Terzo Polo: un progetto inesistente
Il Terzo Polo, al di là dell'antiberlusconismo parossisticamente lanciato nell'agorà mediatica, non ha prodotto niente di politicamente rilevante. Un flop totale. Come ha sottolineato il nostro Alessandro Bertasi, in tempi non sospetti, più di dieci giorni fa, il Terzo Polo nasce male e finisce peggio. Oggi possiamo dirlo: è già finito nel peggiore dei modi. Si presenta unito a macchia di leopardo in 13 delle 134 città sopra i 15mila abitanti, il che manifesta già una fragilità oggettiva. Da Milano a Latina, passando per Siena: un giro d'Italia senza campioni in maglia rosa. Milano è al ballottaggio e la Moratti si troverà di fronte un Pisapi rilegittimato sul campo.La Moratti è stata costretta al ballottaggio: il dato politico rileva, eccome. Passaggio dallo stato liquido a quello gassoso: oggi la residualità interna alla coalizione si paga. Le città segnano fasi nuove, perché i territori sono decisivi, soggettività e spazi non riducibili a localismi beceri. Questo elemento oggettivo rende il Terzo Polo ancor più grottescamente inutile. Qualche dato: Latina è il regno del caos, con l'Udc che sostiene il candidato del Pdl Di Giorgi, dopodiché, all'eventuale ballottaggio, si stringerà, in guisa anti-berlusconiana davvero plastica, attorno al candidato di centro-sinistra, Moscardelli: con Pennacchi testimonial, si torna al fascismo di sinistra. Ma non basta Pennacchi per esistere. Il "terzismo" è fuffa, il berlusconismo è piantato e perde colpi. C'è un paradosso rilevante: l'anti-berlusconismo, ancora una volta, non paga di per sé, ma l'erosione del berlusconismo metropolitano è del tutto evidente. A Torino, vince un candidato di sinistra modernizzatore come Fassino. A Bolognavince la sinistra più debole che si possa immaginare, in un indebolimento strutturale del modello emiliano e con un ritorno della politica delle città, come ha affermato Diamanti. Ma le città come paradigma politico è un fenomeno che ritorna, carsicamente, almeno a partire dagli anni '90.Il Terzo Polo sta tutto dentro questa crisi storica, punto. Solo che, nella crisi, i cittadini o stanno a casa o votano Grillo, non vanno certo a cercar furori da "alieni" dalle parti "terziste". Il Terzo Polo non sposta niente, e quel che ha spostato avrebbe dovuto lasciarlo al posto suo: la politica. Un Paese stanco merita di più, altrimenti si tiene quel residuo che non affascina più, ma almeno si tocca con mano. Attenzione, però: la crisi storica della politica e della maggioranza governante è una cosa seria. Non esiste il "tertium datur", ma evitiamo di consolarci con le mediocrità altrui.