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Salvini: Milano non è persa

Umberto Bossi e Letizia Moratti

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Per Matteo Salvini la coalizione di centrodestra ha ancora la "possibilità" di vincere al secondo turno a Milano, però occorre che il voto "non sia più un referendum pro o contro Silvio Berlusconi". "Siamo indietro, la sinistra è in vantaggio e ha la possibilità di vincere", ha affermato il capogruppo uscente della Lega Nord in consiglio comunale, parlando con i giornalisti nella sede federale del partito, in via Bellerio a Milano. "Noi daremo il 101%, occorre però condurre una campagna elettorale sui temi concreti di Milano e non su vicende degli anni Settanta", ha aggiunto con riferimento all'accusa di furto d'auto da cui è stato prosciolto Giuliano Pisapia e rievocato da Letizia Moratti in campagna elettorale. "Molti dei trentamila milanesi che non sono venuti a votare, verranno a votare Moratti", ha assicurato, "non sia più però un referendum pro o contro Silvio Berlusconi: i problemi dei milanesi sono altri e su questo possiamo vincere". Salvini ha poi ricordato che, con le amministrative, è aumentato il numero di sindaci leghisti. "Ma - ha sottolineato - il voto di Milano fa la differenza". La battaglia sul capoluogo lombardo, a suo avviso, non è ancora persa: "Se la sinistra pensa di aver già vinto, sbaglia". VERIFICA SULLA COALIZIONE Umberto Bossi, chiuso fino a tarda serata in via Bellerio con i suoi, ha fatto trapelare molta "irritazione" e "rabbia", oltre che "imbarazzo" per il risultato della Moratti, bollando il sindaco uscente come "candidato sbagliato". Berlusconi, dal canto suo, sarebbe invece "infuriato" e, con i suoi, avrebbe sparato a palle incatenate sugli alleati, arrivando a sostenere, ma si tratta di indiscrezioni, che "è colpa della Lega" se la partita milanese è andata diversamente dalle previsioni. Resa dei conti comunque rimandata a dopo il ballottaggio, almeno per il Carroccio: Roberto Castelli e Roberto Calderoli hanno parlato ieri sera e annunciato che il voto di Milano è significativo. "Ma non tutto è perduto". "Di sicuro", hanno detto, "non possiamo lasciare Milano agli estremisti di sinistra". Eppure, più d'uno, in maggioranza, stamattina si è svegliato con un chiodo fisso: presto, prestissimo, sarà necessaria una verifica della tenuta della coalizione, che se prima del voto non spaventava nessuno, oggi diventa sempre più un'incognita.  

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