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Il successo di Granata: 50 voti

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Fabio Granata

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Se la ridono Maurizio Gasparri e Fabrizio Cicchitto mentre chiacchierano sul palchetto nella sala stampa del Pdl allestita per la conferenza stampa dei big del partito. Chiacchierano e uno fa all'altro: «Aò, hai visto come è andato forte Granata? Quaranta voti! Ti rendi conto, ma chi rappresenta?» Ridono e scherzano. E si capisce, nel Pdl non c'è molto da gloriarsi se non delle sconfitte altrui. Come quella dei fasciocomunisti. Se c'è una distanza abissale tra ciò che scrivono i giornali (in particolare di sinistra) e la realtà l'esempio classico è quello di Granata. Ha occupato paginate e paginate. Come se fosse un oracolo. Incensato e celebrato. Ha campeggiato sulle prime pagine dei giornali. Poi si è candidato. E alla prova del voto ha raccolto 50 preferenze. Ma non il cinquanta per cento. Cinquanta e basta. Cinquanta voti, roba da elezione di amministratore di condominio. Per carità, Granata è siciliano. E si è candidato a Latina. Forse sarebbe meglio dire che s'è immolato in un esperimento ibrido, anch'esso stracelebrato dalle colonne dei grandi quotidiani: la lista dei fasciocomunisti. Una lista messa in piedi da Futuro e Libertà facendo un accordo con lo scrittore Antonio Pennacchi, premio Strega con il suo «Canale Mussolini» e autore di un altro romanzo di successo, «Il fasciocomunista». Pennacchi è di Latina ed è di sinistra e aveva prestato il suo nome per la lista di Fli. Risultato: 0.69%. Granata il più votato. Con lui si erano lanciati in questa battaglia garibaldina anche il deputato Claudio Barbaro (14 voti), una delle penne eccellenti dei finiani, Filippo Rossi (6 voti), l'ex direttore del Secolo Luciano Lanna (4 voti), l'artista futurista Graziano Cecchini (2 voti), l'editorialista dell'ex giornale di An Miro Renzaglia (nessuna preferenza). Sono numeri che parlano da soli. Comunque Granata è soddisfatto lo stesso, a conferma del fatto che per lui il voto popolare non ha grande importanza. E dichiara: «Futuro e Libertà ringrazia il premio Strega Antonio Pennacchi per la disponibilità e il coraggio che ha dimostrato nel condividere il nostro progetto, in una città come Latina dove bisognava, a prescindere dal risultato, rappresentare una politica diversa da quella dei comitati d'affare dei potentati locali, sottomessi ai voleri del mercato ortofrutticolo di Fondi». «Abbiamo constatato l'inesistenza di un voto d'opinione a testimonianza ulteriore del clima sociale e politico che si respira a Latina, ma non per questo rinneghiamo la nostra scelta di lottare al fianco di Antonio Pennacchi, Filippo Cosignani e di coloro i quali hanno messo la loro faccia per questa provocazione futurista», aggiunge. «Da queste basi nascerà Futuro e Libertà a Latina assumendo organizzazione e dimensioni all'altezza dell'importanza della città e degli sforzi dei coraggiosi che hanno per primi piantato il seme di un ambizioso progetto futurista», continua il deputato Fli. «Nessun commento meritano invece le parole di chi oramai da troppo tempo finge di continuare a condividere il progetto di Fli per minarne dall'interno armonia e prospettive», conclude. Pennacchi ringrazia e rilancia: «La città forse non era pronta a un cambiamento così forte». «Il risultato - dice lo scrittore - va visto in termini più ampi e quello che i risultati nazionali hanno mostrato ieri è il crollo dei partiti. Ieri abbiamo assistito a quello che in scienze delle costruzioni si chiama lo snervamento, i primi sassolini che si staccano immediatamente prima del crollo. Un crollo non solo del berlusconismo ma dei partiti in generale. Quello che è successo a Milano e Napoli va al di là dei partiti. Anzi c'è da chiedersi come mai sia arrivato così tardi. Non faccio il politicante, sono un poeta civile ma posso dire che il vecchio mondo è finito». «Il Paese va rifondato e per fare questo serve un nuovo patto sociale forte, collettivo, una nuova unità nazionale di popolo. Io ho proposto delle idee e l'unica proposta rimane la mia», conclude. Sicuramente, i finiani saranno determinanti nella partita di Milano dove ogni voto a questo punto sarà determinante. Anche quelli che riuscirà a mobilitare Granata. E partecipando a La Zanzara, programma di Radio 24, annuncia: «A Milano voterei certamente Giuliano Pisapia, mentre a Napoli sceglierei evidentemente De Magistris perché sui temi della legalità sono particolarmente sensibile». E «credo che i nostri elettori voteranno naturalmente contro Berlusconi». Poi si fa avanti: «Io assessore in una giunta Pisapia? Non lo so - dice ancora Granata - ma sicuramente non farei mai l'assessore della Moratti». Sulla stessa linea anche Rossi: «Per quel che conta Il Futurista (la pubblicazione che ha sostituito Farefuturo magazine, ndr) appoggerà con tutte le sue piccole forze il moderato Giuliano Pisapia». Barbaro è l'unico che la prende a ridere. E dedica la "vittoria" a un amico su Facebook.

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