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I moderati non ci sono più ma i partiti non lo sanno

Elezioni

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Devo confessare che nella mia, non breve, esperienza di giornalismo politico non ho mai sentito tanto parlare di moderati e moderatismo. Eppure mai come ora si tratta di una categoria vuota. Lo sa bene Casini che da una vita fa credere di mangiare pane e moderatismo. E dal voto amministrativo esce sconfitto, marginale, ancor più dei vocianti grillini. Rutelli ha rotto con il Pd, si è portato dietro una pattuglia di rassicuranti personaggi, ma le sue percentuali sono da prefisso telefonico. Come Fini: il suo Fli non ha lasciato traccia. Allora questi moderati dove stanno? Il Pd è una vita che cerca candidati rassicuranti pensando che possano essere l'arma vincente contro il centrodestra. Arrivano le primarie e gli elettori scelgono i più radicali. E guarda caso poi sono quelli che raggiungono i risultati migliori e imprevisti. Quando scelsero Vendola invece del tranquillo Boccia, D'Alema sentenziò: così si perde. Invece Vendola, radicale e gay dichiarato, ha vinto in una regione del sud, anche un po' maschilista. Mai Bersani avrebbe scelto Pisapia, eppure è lui che ha messo nei guai la Moratti nella borghese e berlusconiana Milano. A Cagliari va sorprendentemente al ballottaggio un esponente vendoliano poco gradito ai vertici del Pd. Nelle analisi dei partiti allora c'è qualcosa che non va. La politica italiana non sconta solo il fatto di avere la più anziana, anagraficamente, classe dirigente, ma la più legata a schemi del secolo scorso. Così non capisce quasi mai in tempo cosa accade nella società. I leader, anche i più preparati, ragionano su schemi antichi, come se ci fosse ancora un proletariato urbano, una maggioranza silenziosa piccolo borghese benpensante. Come se il dualismo ideologico fosse ancora tra una destra liberista e una sinistra statalista. Il funerale del comunismo è stato celebrato nel 1989.   In Italia l'avvio delle privatizzazioni coincide proprio con la caduta del Muro e vede impegnati anche uomini di sinistra. Le ideologie dell'ottocento sono morte in quel momento. Chi mai si ricorderebbe oggi di quel mercante del '700, Legendre, a cui si deve quel «laissez faire, laissez passer» fondamento delle politiche liberiste? Ci aveva pensato Keynes a dargli un bel colpo. Ma sono stati i governi attuali, anche conservatori, ad archiviarlo per sempre con politiche che farebbero inorridire la Thatcher. Pensate alla Merkel. Ha aumentato il deficit e l'intervento dello Stato in economia. Obama non ha aiutato l'industria automobilistica? E in Italia il rigorista Tremonti non ha investito le risorse disponibili per la spesa sociale? Ma allora perché ricorrere a schemi antichi e superati quando si parla delle classi sociali? Oggi artigiani e piccoli imprenditori scendono in piazza esasperati per le difficoltà. Non c'è niente di moderato nella loro rabbia. Non c'è moderazione nell'indignazione di operai, impiegati, commercianti, professionisti, funzionari dello Stato che a casa hanno figli disoccupati o precari, che fanno fatica a pagare il mutuo, le bollette, che versano tante tasse in cambio di servizi pubblici indegni. Con una burocrazia soffocante. Non c'è niente di moderato nella loro indignazione quando si vedono sbattuti in faccia i privilegi di una classe politica che si preoccupa di moltiplicare le poltrone, le auto blu e le scorte anche a chi l'unico rischio reale che corre è quello di essere sorpreso dalla moglie con l'amante. In questo quadro è saltato il moderatismo. Perché quella piccola borghesia vuole cambiare. Lo ha fatto scegliendo Berlusconi. Il Cavaliere ha vinto tanto, ma è un moderato? Oppure non ha rotto vecchi schemi? Anche a sinistra gli elettori cercano uomini di rottura con il passato. In fondo, anche i benpensanti, cosa hanno da perdere? A Napoli c'è ancora la spazzatura nelle strade, perché dare fiducia a Morcone, un uomo delle istituzioni, quelle stesse che hanno fallito? Chi fa affidamento ancora in una vasta presenza di moderati silenziosi e votanti farà la fine di Casini, Fini e Rutelli. Raccolgono solo modesti risultati elettorali.

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