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Berlusconi: impensabile non governare Milano

Il presidente del consiglio Silvio Berlusconi al voto per le amministrative di Milano

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«È impensabile non vincere a Milano. Siamo l'unica forza moderata, come possono i moderati dare un voto a questa sinistra radicale, ai Vendola e ai Pisapia fiancheggiati dai centri sociali e dai violenti che hanno una visione della città e del Paese contraria allo sviluppo?». Silvio Berlusconi arriva alla scuola Dante Alighieri, in via Scrosati a Milano, a mezzogiorno in punto. È di buon umore, parla con alcuni sindaci del Pdl che lo aspettano di fronte al seggio. Li esorta «a proseguire nel loro lavoro sul territorio». Poi si rivolge a un gruppo di studenti e spiega l'origine dell'espressione «c'è un giudice a Berlino», ricordando la storia del mugnaio di Potsdam a cui un nobile confiscò arbitrariamente le terre e che, per ottenere giustizia, si rivolse a tutte le corti della Germania fino ad arrivare all'imperatore Federico II che gli diede ragione. Il premier spiega anche il motivo per cui non ha partecipato l'altro ieri al tour del Milan per le strade: «Per evitare polemiche inutili». Poi scherza con alcune ragazze in fila al seggio: «Venite che facciamo il casting per il bunga bunga». Racconta alcune barzellette, una su Gianfranco Fini. Un siparietto c'era stato anche con gli scrutatori che gli hanno chiesto di lasciare il telefonino prima di entrare nella cabina per votare. «Non ho il telefonino perché c'è un eccesso di controllo», gli ha risposto il premier. All'uscita tanti applausi ma anche alcune contestazioni. Una signora gli chiede: «Presidente, si occupi degli operai che facciamo la fame». Un'altra gli urla più volte: «Buffone». Poi va via dal seggio e nel pomeriggio rientra ad Arcore. Nessun impegno ufficiale anche in vista dell'udienza di oggi in tribunale. Questa mattina, con i seggi ancora aperti, il premier si presenterà per la seconda volta consecutiva in veste di imputato davanti ai giudici della decima sezione penale. Sarà, quindi, la quinta volta dalla fine di marzo che il capo del Governo varcherà l'ingresso del tribunale per partecipare a uno dei processi a suo carico che, a parte quello sul caso Ruby, finora si sono celebrati rigorosamente il lunedì. Processi che, eccetto l'udienza preliminare a porte chiuse per la vicenda Mediatrade, sono pubblici e che finora hanno offerto al presidente del Consiglio l'occasione per tenere, fuori dall'aula, una sorta di comizio per attaccare i pm milanesi e imbastire la sua autodifesa. Non si sa però se oggi, con le votazioni ancora in corso e con le norme che impongono ai candidati il silenzio elettorale, Berlusconi, che è capolista al Comune di Milano, parlerà con i cronisti. Non si sa nemmeno se, come è accaduto due settimane fa davanti al giudice dell'udienza preliminare Maria Vicidomini, a sorpresa si alzerà per parlare davanti al collegio a cui spetterà il compito di stabilire se, questa l'accusa, ha versato o meno 600 mila dollari all'avvocato David Mills, ottenendo in cambio testimonianze false o reticenti in due procedimenti.

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