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Pdl: c'è stato un sostanziale pareggio

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Denis Verdini (S) con Ignazio La Russa

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Il voto amministrativo e, in particolare il terremoto di Milano, scuotono la maggioranza e aprono una fase delicatissima per gli equilibri del governo. Negli schieramenti ciascuno dà la propria lettura del voto. Il Pdl ha parlato di "sostanziale pareggio". Non dello stesso avviso è Pier Luigi Bersani: "Per il Pdl è una scoppola micidiale", ha detto. A non nascondere la delusione è stata la Lega, anche con l'eloquente silenzio di Umberto Bossi che oggi ha riunito i suoi in via Bellerio. Il Popolo della libertà, prima del vertice serale con Silvio Berlusconi, ha presentato alla stampa la sua valutazione del risultato. Davanti ai giornalisti si sono presentati solo due dei tre coordinatori, assente Sandro Bondi, affiancati dai capigruppo in parlamento. "L'attenzione e' andata su Milano ma, andando a vedere i dati sulle province e sui comuni, c'è stato un sostanziale pareggio", ha detto Denis Verdini. Esiste, ha ammesso Ignazio la Russa, "un caso Milano" ma "ora si apre una partita nuova, tutta da giocare". E il ministro ha difeso l'impegno del premier in campagna elettorale.  "Siamo sicuri che senza l'appoggio di Berlusconi il dato non sarebbe stato peggiore?", ha detto rispondendo sulle preferenze di Berlusconi dimezzate a Milano. Da Verdini e' arrivata una rassicurazione sulla tenuta del governo: "E' giusto dare valenza a Milano, ma non ci sono riflessi su questioni nazionali", ha assicurato. Sullo sfondo pero' resta lo spettro della 'verifica' richiesta dal Capo dello Stato subito dopo la nuova tornata di nomine dei sottosegretari. E' probabile che la questione sia momentaneamente rinviata a dopo i ballottaggi. Gli occhi sono puntati soprattutto su Umberto Bossi. Da via Bellerio filtrano versioni differenti, che registrano un malumore crescente del Senatur nei confronti della strategia berlusconiana. Non a caso Matteo Salvini, candidato a vicesindaco, ha chiarito che non si potranno trasformare i ballottaggi in un referendum sul premier. Non prevede vita lunga per il governo il leader del Pd Bersani. "Oggi dicono che pareggiano rido, rido di gusto", ha detto. "Insieme Pdl e Lega pagano la non credibilita' dell'azione di governo", ha sottolineato, "non penso possa durare molto, non credo si possa arrivare al 2013". Del resto, "se il governo e la maggioranza non sono in condizione meglio che vadano a casa, quello che chiediamo e' di discutere dei problemi", ha sottolineato. Di certo, in caso di crisi "non ci sarebbe altra strada che andare alle elezioni". C'e' attesa per le decisioni del Terzo Polo che domani deciderà come comportarsi ai ballottaggi. Fli oggi e' apparsa pero' propensa a lasciare liberta' di voto. "Alla luce del confronto programmatico avvenuto, saranno i nostri elettori a scegliere", ha spiegato oggi Italo Bocchino. 

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