Lega scaricabarile: "Tutta colpa del Pdl"
«Una volta si diceva che il Pdl vince grazie alla Lega. Quel tempo è terminato. Oggi si può dire che la Lega perde per colpa del Pdl». L'entusiasmo che aveva caratterizzato lo spirito leghista in fase pre-elettorale ha lasciato spazio all'irritazione. Sono da poco passate le 20.30 quando da Via Bellerio, sede milanese del partito del Nord, i vertici del Carroccio riuniti per seguire i risultati elettorali fanno trapelare le prime indiscrezioni. Che il clima fosse teso lo si era capito già nel pomeriggio quando veniva cancellata la conferenza stampa del governatore del Piemonte Roberto Cota prevista per le 17, ma nessuno si aspettava una così dura reazione dell'Umberto. Lo descrivono «irritato» a tal punto da sfogarsi contro il Pdl e il suo leader ormai visto come fonte di sconfitta. E intanto arrivano i primi dati. E mentre il tabellone dei risultati si aggiorna, i commenti diventano sempre più duri: «La coalizione con il Pdl non è più sempre vincente». Dal voto, i Lumbard traggono come segnale chiaro che il loro partito, quando corre da solo, «può far perdere il Pdl». Una sensazione che trova una corrispondenza proprio analizzando i «buoni risultati» dell'Emilia Romagna. Un esempio per tutti il piccolo comune modenese di Montefiorino dove il Carroccio ha vinto le elezioni con il 56,71% dei consensi. Oppure quello che è successo nella piacentina Cadeo dove non solo i leghisti hanno vinto, ma lo hanno fatto contro una lista sostenuta da Pdl e Udc. Scenari che si sono verificati con sempre maggior intensità nei comuni delle tre grandi regioni del Nord come Veneto, Lombardia e Piemonte. Risultati rassicuranti per quanto riguarda i candidati leghisti alle provinciali di Treviso, dove Leonardo Muraro ha vinto al primo turno, o nella «rossa» Mantova dove il deputato della Lega Nord Gianni Fava è riuscito a conquistare il secondo turno di ballottaggio. Eppure è dalle grandi città che arrivano le preoccupazioni per l'Umberto. A Torino il partito del Nord, quando sono stati scrutinati 850 seggi su 919, è fermo al 6,88%. Un dato superiore a quello delle Comunali del 2006 quando la Lega incassò solamente il 2,48% delle preferenze ma pari alla metà del dato dell'anno scorso quando Cota nel capoluogo Piemontese riuscì a conquistare il 12,07% dei voti. Sorte simile a quella dell'altra grande città del Nord, Milano. Alle 22 erano state scrutinate 1004 sezioni su 1251 e la Lega era ferma al 9,64% dei voti: sei punti percentuali in più rispetto al 2006 ma ben cinque in meno rispetto all'anno scorso. Solo la città di Bologna riserva qualche soddisfazione al Carroccio. Il candidato sindaco del centrodestra, il leghista Manes Bernardini, pur non riuscendo a raggiungere il turno di ballottaggio e fermandosi, quando i seggi scrutinati erano 383 su 449, al 30,38% delle preferenze, è riuscito ad aumentare i consensi della Lega. Infatti se alle ultime comunali a Bologna i nordisti si fermarono al 3,14% delle preferenze e l'anno scorso alle Regionali si attestarono al 9,62%, quest'anno Bernardini è riuscito a far salire il partito fino al 10,73% dei consensi. Un piccolo successo che però non basterà a lenire le ferite ormai profonde tra Pdl e Lega. Fino ai ballottaggi Silvio Berlusconi e Umberto Bossi andranno ancora a braccetto, ma è chiaro che la sopravvivenza del governo dipenderà dal voto del 29 maggio. Infatti da Via Bellerio emerge una strategia chiara nella quale Umberto Bossi ha fatto notare ai suoi la pessima campagna elettorale condotta dal premier. «Bisogna parlare dei problemi della gente e non lamentarsi sempre» è il ragionamento del Senatùr che poi avrebbe rimproverato al Cavaliere di aver «politicizzato» il voto cercando in una tornata amministrativa di fare un referendum su se stesso. Per questo motivo - questa l'analisi del ministro delle Riforme - ne è scaturito un voto di protesta». Un'analisi condivisa anche da Roberto Calderoli, ministro della Semplificazione, che aggiunge: «Credo che adesso il governo debba essere ancora più determinato sul capitolo delle riforme». Ed è proprio sui prossimi appuntamenti parlamentari che la Lega potrebbe alzare la voce. Nel mirino ci sarebbe soprattutto l'ulteriore rimpasto promesso dal Capo dell'esecutivo ma anche il dl antidemolizioni sul quale - spiegano fonti parlamentari - il Carroccio è pronto a votare contro. Non solo, anche sulla riforma della giustizia il partito di via Bellerio potrebbe puntare i piedi. In ogni caso si capirà nei prossimi giorni se la Lega riconsidererà l'alleanza con il Pdl. Si guarda dunque al 29 maggio ma anche al voto di fiducia chiesto dal Presidente della Repubblica sul governo. Un passaggio che, se ci sarà, si potrebbe trasformare anche in una vera e propria «verifica» della tenuta dell'esecutivo.