Cerca
Cerca
Edicola digitale
+

Il Terzo Polo è già Quarto

Esplora:
Rutelli, Fini e Casini

  • a
  • a
  • a

Non chiamatelo più Terzo Polo. L'alleanza proposta da Rutelli, Casini e Fini – laddove sono riusciti a mettersi d'accordo – ha fallito clamorosamente l'unico obiettivo che si era prefissato, quello di essere l'alternativa ai due partiti maggiori, Pdl e Pd. Il vero Terzo Polo si è dimostrato infatti il movimento di Beppe Grillo che ha superato la coalizione formata da Udc, Fli e Api praticamente ovunque relegandola al quarto posto. L'unica città dove il terzetto è rimasto sopra è Milano, dove ha conquistato il 4,47%, mentre i grillini sono rimasti al 3,46. Nelle altre tre grandi città il Terzo Polo è scivolato indietro: a Napoli è stato letteralmente cancellato dal voto di protesta piovuto sul candidato dell'Idv De Magistris (anche se paradossalmente è stato il risultato migliore visto che i tre insieme sono arrivati al 11,43 per cento); a Torino, coalizzato insieme ad altri partiti minori il Terzo Polo ha raggiunto il 5,02 per cento e il Movimento 5 stelle il 5,29; a Bologna Grillo e i suoi sono arrivati addirittura al 10 mentre Udc, Api e Fli si sono fermati, presentandosi come Lista civica Stefano Aldrovandi sindaco, al 4,57 per cento. E a Latina, dove Futuro e Libertà aveva presentato con tanto fragore il fasciocomunista Antonio Pennacchi l'asticella delle preferenze si è fermata a un misero 0,74 per cento. Meno dell'Alleanza di Centro di Pionati. Un po' poco per chi ambisce a rivoluzionare la politica italiana nel futuro. Così a Udc, Api e Fli ieri sera non è rimasto altro che ritenersi soddisfatti per lo scappellotto rimediato da Berlusconi a Milano. Ma sui ballottaggi si è già aperta una discussione, aspra, all'interno dell'alleanza. Perché i tre, insieme, dovranno decidere chi appoggiare. E la scelta non sarà facile. Perché l'Udc pende un po' di più verso il centrodestra (e lo dimostrano le molte città dove ha mollato i due soci per schierarsi con il Pdl), l'Api verso il centrosinistra e Futuro e Libertà si divide. Proprio nel partito di Gianfranco Fini la rottura della componente di Adolfo Urso e quella di Andrea Ronchi è praticamente a un passo. L'ex viceministro ieri ha fatto capire chiaramente di spingere verso un'alleanza con il centrodestra: «La battaglia, certamente coraggiosa e difficile, di Manfredi Palmeri a Milano e degli altri candidati del Nuovo Polo ha aperto una breccia per realizzare un nuovo centrodestra oggi piu che mai necessario. Da questo si può partire, se si è chiari, sulla collocazione ai ballottaggi». Una posizione alla quale ha replicato, durissimo, il vicepresidente di Fli Italo Bocchino: «I singoli non è che possono fare dichiarazioni di voto: non vorrei che qualcuno parli più per la rassegna stampa di palazzo Grazioli che per gli elettori. È evidente che non possiamo fare la ruota di scorta del berlusconismo». Oggi intanto Fini, Casini e Rutelli si vedranno per prendere una decisione proprio sui ballottaggi. E l'ipotesi più probabile è che i partiti lascino libertà di scelta ai propri elettori.

Dai blog