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Bersani festeggia: vento nuovo dal Nord

Il segretario del Partito Democratico Pierluigi Bersani

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Il "vento del nord" gela il governo: il voto nelle grandi città, mentre prosegue lo spoglio, vede Fassino già sindaco di Torino, Pisapia nettamente in testa a Milano sulla Moratti, Morcone intorno al 50% a Bologna mentre a Napoli Lettieri andrà al ballottaggio con la "sorpresa" De Magistris. BALLOTTAGGI A MILANO E NAPOLI "Su Milano avevamo un'altra aspettativa". Denis Verdini, con l'abituale franchezza, non nasconde che le attese del Pdl sull'andamento delle amministrative a Milano erano ben altre. Nichi Vendola, all'estremo opposto di questo test elettorale che porta Pier Luigi Bersani a pronosticare per il governo che "se dopo i ballottaggi la crisi, che esiste già, si acuisce, si può arrivare a un punto di rottura", saluta il fatto che "Il vento sta cambiando in Italia e che "i nostri elettori chiedono al centrosinistra un'alternativa credibile". Eccoli, i pezzi sulla scacchiera mentre si susseguono le proiezioni e si consolida un panorama che vede la flessione Pdl a Milano, mentre un altro ballottaggio si annuncia a Napoli, con De Magistris che fa meglio del Pd Morcone, e Torino premia Fassino. "Si è aperto un varco nel berlusconismo. AI GRILLINI: ORA TIRATE LE SOMME I risultati di queste amministrative sono la limpida fotografia di una straordinaria volontà di cambiamento", dice Vendola, leader di Sel, il partito che esprime la candidatura di Pisapia a Milano. Quel Pisapia al centro del fuoco elettorale Pdl, e che ora fa dire a Bersani che "l'estremista non è stato Pisapia ma Berlusconi". Tace, per ora,  Silvio Berlusconi. Gli esponenti Pdl che commentano per gli speciali televisivi non nascondono che il risultato sotto la Madonnina era prevedibilmente un passi per il ballottaggio, ma probabilmente in altra misura. Ignazio La Russa ricorda infatti che "siamo sempre andati al ballottaggio quando il centrodestra andava separato, e se fate i conti di Pdl, e di quanto si accreditano Fli e Udc ecco che il risultato sarebbe stato diverso a Milano". "Vinciamo noi e perdono loro", sintetizza invece Pier Luigi Bersani. Anche il segretario Pd parla di risultati che "segnalano un'inversione di tendenza" e di un "vento" nuovo che "si è alzato dal Nord". Ma bisogna già pensare ai ballottaggi, oltre a marcare le difficoltà in casa d'altri, e allora Bersani manda a dire alla Lega che "se si perde c'è qualcosa che non gira e segnalo che si apre un'incrinatura fra centrodestra e il suo elettorato di riferimento che porta a una crisi Pdl-Lega". Ci sono anche i seguaci di Beppe Grillo: "Non si può stare sempre nell'infanzia, se si diventa un soggetto politico bisogna tirare le somme e decidere" dice il leader Pd che tiene a ribadire: "Noi possiamo migliorare ma non siamo uguali agli altri e a questo movimento ci rivolgiamo in modo amichevole ma rigoroso". A proposito di ballottaggi, geometrie variabili per il Terzo Polo, avviato a una libertà di coscienza applicata alle forze che lo compongono davanti ai candidati in pista.  

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