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Sinistrismo non fa rima con garantismo

Il candidato del centrosinistra a sindaco di Milano Pisapia si rifiuta di stringere la mano alla sfidante, sindaco uscente, Moratti

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«Sinistrismo» e «garantismo»: sono compatibili questi «ismi»? La parola agli esperti del ramo Illusioni Ideologiche. Fra i quali figurano molti eccellenti esponenti del nostro zoo politico. Compreso quel raffinato campione di sinistrismo in salsa garantista che risponde al nome di Giuliano Pisapia. Di questo personaggio si è molto discusso, nei giorni scorsi, sia per la verve concettuale e oratoria con cui ha onorato, durante la campagna elettorale appena conclusasi, la fiducia in lui riposta dalla coalizione di sinistra, che ne ha fatto il proprio candidato alla poltrona di sindaco di Milano, sia per la grinta mostrata durante il suo ormai celebre tele-scontro con la signora Moratti. Ma i suoi meriti – essendo quelli di un purissimo enigma politico – vanno ben al di là di queste sue ultime imprese elettorali e mediatiche. Eviterò pertanto di indugiare sulle ragioni per cui la signora Moratti, durante quel faccia a faccia, sarebbe incappata, almeno secondo i suoi critici, nell'errore di evocare con qualche inesattezza la vicenda, avvenuta negli anni di piombo, ossia quando il giovane Pisapia civettava coi terroristi di Prima Linea, di un suo rinvio a giudizio, in base alla soffiata di un pentito, per concorso morale nel furto di un veicolo da utilizzarsi per un sequestro progettato da quel movimento. Eviterò altresì di sfringuellare sui vivaci battibecchi, che ne sono scaturiti, sulla vera o supposta gravità del fallo commesso dalla signora Moratti, che è stata accusata, com'è noto, di aver finto di non ricordare che quella vicenda, vecchia ormai di trent'anni e rotti, alla fine si concluse, sul piano giudiziario, con una sentenza di assoluzione del Pisapia «per non aver commesso il fatto». Rinuncio infine a infilarmi nella appetitosa controversia, generata anch'essa dal match Letizia vs Giuliano, sul vero o supposto rilievo che ancora oggi, nel quadro della presente partita politica sullo scacchiere lombardo, possono avere i gusti ideologici, non troppo vagamente sovversivi, coltivati in gioventù dall'uomo con cui la sinistra spera di battere i moderati a Milano. Non posso, tuttavia, sottrarmi al dovere di osservare che le idee e le azioni di Giuliano Pisapia, per la loro innegabile originalità e complessità, esigono di essere discusse e valutate su una base ben diversa da quella offerta da queste ultime quisquilie, ossia ponendo innanzitutto il quesito proposto all'inizio: è compatibile il «sinistrismo» col «garantismo»? Prima di esprimere un giudizio onesto è insomma doveroso ricordare innanzitutto che questo vecchio amico di guerriglieri metropolitani ha sempre cercato di sfoggiare, insieme a una sempre fermissima fede nella sinistra in politica, una altrettanto incrollabile concezione garantista nelle cose giudiziarie. Così dimostrando di appartenere alla delicata famiglia di quelle anime schifiltosissime che anelano all'esercizio dell'ossimoro permanente. Soltanto questo anelito può infatti indurle a ignorare che la sinistra è sempre stata, e verosimilmente sarà sempre, intrepidamente giustizialista. Vedi l'assoluta assenza di macchie garantiste in tutti i grandi processi allestiti da lei nella storia, da quelli che durante il Terrore giacobino permisero alla ghigliottina di funzionare a ciclo continuo alle grandi purghe dell'èra staliniana e dalla grandiosa performance di piazzale Loreto alla lunga saga di Mani Pulite. Quest'uomo insomma crede in una gauche che esiste soltanto nella sua serafica zucca.

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