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Sarkò perde un avversario per l'Eliseo

Dominique Strauss-Kahn

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Francia divisa fra scandalizzati e scettici dopo la notizia dell'arresto per molestie sessuali di Dominique Strauss-Kahn, direttore generale del Fmi e possibile grande rivale del presidente Nicolas Sarkozy nelle elezioni del 2012. «È definitivamente screditato per la candidatura alla più alta carica dello Stato» ha sentenziato ai microfoni di Rtl la leader di estrema destra Marine Le Pen, secondo cui le accuse che gli sono rivolte, «se si dimostrassero veritiere, sono di un'estrema gravità». Reazioni più prudenti, invece, dal governo francese, che per bocca del portavoce Francois Baroin invita a «rispettare la presunzione di innocenza» e a lasciar lavorare la giustizia americana. «Bisogna essere di una straordinaria prudenza, nell'espressione, nell'analisi, nei commenti, nelle conseguenze» ha spiegato Baroin ai microfoni di France 2, ricordando che Strauss-Kahn «sarà ascoltato da un giudice» e potrà in quell'occasione «dare la propria versione». Invitano alla calma anche le due grandi rivali di Dsk nella corsa alla candidatura socialista per le presidenziali 2012, Segolene Royal e Martine Aubry. «È una notizia sconvolgente, su cui tutto resta da verificare», ha dichiarato la prima davanti agli intervistatori del Grand rendez-vous Europe 1, rivolgendo un pensiero «alla suoa famiglia, a chi gli è vicino e all'uomo che affronta questa prova». «Totalmente stupefatta» anche la Aubry, che ha definito la vicenda «una bomba», invitando poi i suoi compagni di partito a restare «uniti e responsabili». Il mondo politico francese non è però l'unica vittima del terremoto seguito all'arresto di Strauss Kahn. La sua momentanea assenza alla guida del Fmi rischia infatti di mettere in agitazione i mercati finanziari, che potrebbero oggi subire un forte contraccolpo, legato in particolare al destino dei piani di salvataggio di Grecia e Portogallo. In proposito, la Commissione europea si è trincerata dietro un rigido no comment, anche se tra i funzionari si parla di «notizia scioccante», senza nascondere stupore e preoccupazione. Atene si è invece limitata a precisare che continuerà «senza problemi nell'applicazione del programma di aggiustamento dell'economia», senza voler ulteriormente commentare l'accaduto. Il Fondo monetario, dal canto suo, tenta di calmare le acque. «Il Fmi resta pienamente funzionante ed operativo» ha fatto sapere in una laconica nota la direttrice per le relazioni esterne Caroline Atkinson, precisando che l'istituto «non ha commenti da fare sulla vicenda». Ma è chiaro che con il direttore generale coinvolto nello scandalo dell'hotel Sofitel e il il suo vice, John Lipsky, in uscita, nl pieno della crisi europea del debito, alla vigilia del varo del piano-Portogallo, con la Grecia che ha bisogno di nuovi aiuti e con le nuove tranche del prestito all'Irlanda da versare, il Fmi si ritrova coi vertici praticamente azzoppati. L'arresto di Stauss-Kahn lascia infatti intravedere un pericoloso vuoto nella governance dell'istituto di Washington, soprattutto in considerazione del fatto che il direttore generale aggiunto Lipsky lascerà l'incarico il prossimo agosto. Anche se Strauss-Kahn avrebbe dovuto incontrare ieri la cancelliera tedesca Angela Merkel per esaminare la situazione della Grecia e partecipare oggi all'Ecofin, il varo del piano-Portogallo e gli eventuali nuovi aiuti ad Atene non dovrebbero essere messi in discussione. Così come la seconda e la terza tranche del prestito da 22,5 miliardi di euro per l'Irlanda. Nulla è scritto, ovviamente, anche perché nell'immediato il Fmi non appare obbligato a prendere nessuna decisione e può adempiere ai suoi compiti in attesa che il caso Strauss-Kahn venga chiarito. Il board che si è riunito ieri a Washington, notte in Italia, per essere informato degli sviluppi che riguardano il direttore generale è stata presieduta da Lipsky che ha agito nelle vesti di direttore generale. Mentre all'Eurogruppo di oggi il Fondo sarà rappresentato dal vice direttiore generale Nemat Shafik.

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