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Stop al dl sicurezza Maroni: sono allibito

Roberto Maroni

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Il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, si è detto "allibito" dalla sentenza odierna della Corte costituzionale che, ha detto il titolare del Viminale, ha dichiarato parzialmente illegittimo parte del pacchetto sicurezza del 2009. "Avevamo deciso - ha spiegato Maroni all'uscita del Consiglio Affari interni dell'Ue, a cui ha partecipato oggi a Bruxelles - che chi commette un omicidio debba restare in carcere senza i benefici alternativi come gli arresti domiciliari. Dichiarando che anche chi commette reati gravissimi come l'omicidio possa tornare a casa (con gli arresti domiciliari, ndr), la Corte oggi ha preso una decisione gravissima, che non condivido: un errore - ha concluso il ministro - che mina le misure prese per la sicurezza dei cittadini".   MISURE ALTERNATIVE La Corte Costituzionale ha dichiarato l'illegittimità costituzionale dell'art. 275, comma 3, secondo e terzo periodo, del codice di procedura penale, come modificato dall'art. 2 del decreto-legge 23 febbraio 2009, n. 11 (Misure urgenti in materia di sicurezza pubblica e di contrasto alla violenza sessuale, nonché in tema di atti persecutori), convertito, con modificazioni, dalla legge 23 aprile 2009, n. 38. La Consulta ha stabilito che chi è accusato di omicidio, con gravi indizi di colpevolezza, non dovrà obbligatoriamente rimanere in carcere, ma potranno essere applicate misure cautelari alternative, "salvo che siano acquisiti elementi dai quali risulti che non sussistono esigenze cautelari - si legge nel dispositivo - non fa salva, altresì, l'ipotesi in cui siano acquisiti elementi specifici, in relazione al caso concreto, dai quali risulti che le esigenze cautelari possono essere soddisfatte con altre misure".  

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