Amministrative, test per tutti i partiti
Dopo gli ultimi fuochi di campagna elettorale, accesi fino a tarda sera dal premier Silvio Berlusconi, e gli appelli dei vari big, la politica aspetta nel consueto silenzio il voto amministrativo di domani e lunedì. Un'attesa comunque carica di aspettative perché, anche se non tutti hanno accettano la sfida nazionale lanciata dal Cavaliere, è indubbio che il risultato soprattutto nelle 4 città-chiave (Milano, Torino, Bologna, Napoli) influenzerà sia la tenuta del governo sia gli equilibri interni alle coalizioni e ai partiti. Sono Milano e Napoli, da oltre 15 anni roccaforti rispettivamente del centrodestra e del centrosinistra, le città che più assumono il valore di test nazionale. Nel capoluogo lombardo il premier Silvio Berlusconi si è candidato come capolista del Pdl e ha drammatizzato nei toni l'importanza della rielezione di Letizia Moratti per rafforzare l'azione del governo. L'obiettivo del presidente del Consiglio è non solo dimostrare di godere ancora, nonostante la difficile traversata dell'ultimo anno, della fiducia degli italiani ma anche di poter vincere e governare senza l'ex alleato Gianfranco Fini, al suo battesimo elettorale insieme al Terzo Polo. Ed è proprio la variabile Terzo Polo a far temere nel centrodestra una mancata conferma al primo turno e a far sperare al segretario del Pd Pier Luigi Bersani che Giuliano Pisapia, l«'estremista» che sembra piacere anche ai moderati, arrivi al ballottaggio. Una sfida, quella milanese, resa ancora più complessa dall'alto numero di candidati, ben nove, e di liste con l'outsider grillino Mattia Calise che fa paura ai politici di professione. Ma nel capoluogo lombardo si gioca anche la delicata partita degli equilibri tra Pdl e Lega. Ieri sera Umberto Bossi ha chiuso la campagna elettorale al fianco della Moratti ma il Carroccio, che in Lombardia corre spesso da solo, aspetta la prova del voto per valutare la forza dell'alleato e capire quanto continuare ad accentuare un suo profilo autonomo anche a Roma. Il fronte leghista, dal canto suo, punta a dimostrare la sua forza in espansione a Bologna, dove è riuscita ad avere la meglio sul Pdl candidando uno dei suoi enfant prodige Manes Bernardini contro il candidato Pd Virginio Merola e il terzopolista Stefano Aldovrandi. L'esito delle amministrative, però, conterà su tutti i partiti. Il leader Pd Pier Luigi Bersani ha fissato nella vittoria al primo turno a Torino e a Bologna e nei ballottaggi di Napoli e Milano l'asticella dell'inversione di tendenza nel paese ma anche per valutare la sua linea politica. Dopo mesi di sostanziale tregua, la minoranza, guidata da Veltroni-Fioroni e Gentiloni, aspetta al varco il segretario sulle prove di Milano e Napoli, pronta, in caso di sconfitta, ad aprire il fuoco per chiedere, se non un congresso, una correzione di rotta rispetto allo schema delle alleanze e al profilo di opposizione. E Napoli, dove il prefetto Mario Morcone, candidato Pd, se la deve vedere con l'ex pm Luigi De Magistris oltre che con il candidato Pdl Gianni Lettieri, è un terreno minato proprio per l'alleanza, non senza rivalità, tra Pd e il partito di Antonio Di Pietro. Se il Pd cerca nelle amministrative il rilancio rispetto alle elezioni europee e regionali, per il Terzo Polo si tratta di verificare la validità del progetto. L'obiettivo di Casini, Fini e Rutelli è dimostrare con la forza dei numeri che lo schema bipolare ha fallito e che esiste lo spazio per una nuova forza capace di attrarre i voti moderati e di essere determinante per centrodestra e centrosinistra. Ma è soprattutto l'ex cofondatore del Pdl e presidente della Camera a giocarsi molto in questo voto. Saranno le urne a dire quanto spazio c'è per la sua creatura futurista mentre una sconfitta potrebbe causare nuove emorragie in un partito che ha già perso pezzi in Parlamento.