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Silvio promuove Letizia

Il premier Silvio Berlusconi e il candidato sindaco a Milano Letizia Moratti

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Dice Mario Mauro, capogruppo del Pdl al Parlamento europeo e soprattutto uno che vive a Milano e conquista i voti nel capoluogo meneghino soprattutto nel mondo cattolico: «Ho fatto i miei giri anche stamattina e non mi pare affatto che ci siano stati scossoni. Anzi, al contrario. Ho visto molti incerti che adesso dicono che a votare ci andranno eccome. La bufera mi pare tutta mediatica. La Moratti se ne beneficerà dell'uscita contro Pisapia. Sta dando un motivo in più per andare a votare domenica a chi già ne aveva. E uno vero a chi pensava di disertare». Basterebbe questo ragionamento per capire come nel Pdl non ci siano più tante perplessità sulla Moratti in versione Travaglio contro Giuliano Pisapia. E a fine mattinata arriva il sugello anche di Silvio Berlusconi. A dispetto delle indiscrezioni che parlavano di un Cavaliere infuriato per l'uscita del sindaco di Milano, il premier attacca: «Non vedo come la sinistra possa scandalizzarsi perché la Moratti ha ricordato una condanna di primo grado per il proprio candidato». E aggiunge: «Sono stato attaccato dalla Procura di Milano con 30 processi, 24 dei quali sono finiti con la mia asssoluzione o con l'archiviazione, quindi, ci sono state almeno 24 accuse non fondate che i magistrati hanno ritenuto fondate. Si pensi al fango che mi hanno tirato addosso lungo tutto l'arco di questi processi. Tra l'altro, ricordo che nel '94 addirittura mi venne fatta un'accusa che portò alla caduta del governo scelto dagli italiani». «Quindi - insiste il premier - che ci sia stato un ricordo di questo genere da parte della nostra candidata in una campagna elettorale che la sinistra ha segnato con i suoi attacchi e le sue violenze verbali facendone quasi una campagna da guerra civile, ogni tanto è giusto che anche Letizia tiri fuori le unghie. In campagna elettorale si possono capire tanti comportamenti che non saranno poi quelli di quando si dovrà governare insieme». Nessuna presa di distanza dalla Moratti. Al contrario, in due interviste telefoniche (Cnr e Radio Radio) pieno sostegno: «Io credo che il candidato della sinistra non possa dolersi per qualcosa. Pisapia è uomo di sinistra, si vuol far passare per un moderato ma ha tutta una storia di sinistra, è rimasto in Rifondazione comunista fino a pochi anni fa e poi ha degli alleati che sono l'estrema sinistra e i centri sociali che sono un covo di violenti e di facinorosi, credo sia questa la cosa importante e non quello che è avvenuto ieri sera in trasmissione». Berlusconi, quindi, sottolinea come «queste elezioni sono da vincere da parte nostra per portare il buon governo nei comuni e nelle province governate male dalla sinistra ma anche per confermare e sostenere il nostro governo nazionale». Conferma di esser certo della vittoria già al primo turno: «La sinistra in tutte le situazioni in cui amministra ha fatto malissimo, si pensi ad esempio al debito che ha lasciato a Roma o la situazione terrificante di Napoli dove la sinistra amministra da anni. Io credo che i milanesi abbiano le idee molto chiare a riguardo. Mi sono deciso a scendere in campo direttamente come capolista del Popolo della Libertà, perché ho voluto dare un segnale di vicinanza alla signora Moratti e a tutti gli altri della sua squadra di governo. Sono assolutamente convinto che noi vinceremo senza andare al ballottaggio, vinceremo al primo turno». Per poi sentenziare: «Io immagino solo le cose in cui credo, non impiego mai il mio cervello e la mia intelligenza ad immaginare cose che non ritengo probabili». Confessa di non puntare alla presidenza della Repubblica: «Non penso affatto ad andare al Quirinale ma a governare e soprattutto ad impedire che la sinistra possa andare al governo». Infine fa sapere che i sondaggi sono positivi anche per lui: «Il nostro non solo è l'unico governo che ha vinto tutte le ultime elezioni, ma è anche quello con il presidente del Consiglio che riscuote il più alto indice di apprezzamento: io sono al 50%, la Merkel al 25%, Sarkozy al 20%, per non parlare di Zapatero e Socrates che sono sotto il 10%. Gli italiani premiano il nostro lavoro, fatto in situazioni di grande difficoltà».

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