Silvio se la ride
«Vinciamo, vinciamo ovunque. A Milano al primo turno e avrete anche una bella sorpresa. Non posso dire quale, ma arriverà». È su di giri Silvio Berlusconi. Almeno il Silvio Berlusconi che si ferma a chiacchierare con un nugolo di giornalisti in una sala di villa Miani, dove si è appena conclusa la cerimonia di festeggiamento del 63° «compleanno» di Israele. Contento. Poco prima di uscire da Palazzo Grazioli per raggiungere la collina romana, il Cavaliere riceve ultime notizie sulle amministrative. La Moratti sembra aver preso il largo. Non ancora in maniera decisa ma sarebbe qualche punto oltre la soglia che le consegnerebbe la vittoria al primo turno. Il colpo ad effetto arriverà sabato, alla festa del Milan, quando il Cavaliere annuncerà gli acquisti per la prossima stagione per conquistare la Champions League: si parla di Messi, Cristiano Ronaldo, l'astro nascente Ganso; tanto quasi tutto verrà smentito dopo il voto. La sorpresa (elettorale stavolta) forse potrebbe venire da Bologna. O da Napoli, dove però sono tutti piuttosto cauti, visto che i sondaggi storicamente sono stati sempre piuttosto inattendibili. Insomma, Berlusconi è convinto che tutto possa andare al meglio. Anche perché c'è un altro dato che lo fa ben sperare: ed è quello di Fli. «Secondo noi non arriverà neppure alla cifra indicata da Berlusconi qualche settimana fa» spiega un fedelissimo del Cavaliere. Per la cronaca il premier ha parlato di una forbice tra l'1.6 e l'1.9%. Chiuse le urne si attende l'arrivo di Adolfo Urso (assieme a Carmine Patarino) mentre sembra essere tornato il sereno nella coppia Giulia Cosenza e Andrea Ronchi e anche l'ex ministro è atteso dalle parti del Pdl. Si parla pensino di una fuga di qualche finiano verso Di Pietro. Comunque sia, il gelo tra il premier e Fini è completo. A villa Miani appena una stretta di mano di circostanza, piuttosto imbarazzata. Berlusconi arriva con Gianni Letta e si mette nella parte destra del palco assieme al presidente del Senato Renato Schifani. Quello della Camera si sistema di fronte assieme alla compagna Elisabetta Tulliani. Nemmeno uno sguardo tra i due, Fini resta immobile quando tutta la sala applaude alla fine del discorso del presidente del Consiglio. Dopo, il capo del governo si sofferma a parlare con i giornalisti. Per confermare quello che aveva già detto: «Non c'è nessun motivo di distacco o gelo tra il Quirinale e Palazzo Chigi. Ieri (martedì, ndr) ho parlato della riforma dell'architettura costituzionale che, tra l'altro, se riusciremo a realizzare entrerà in vigore fra alcuni anni». In privato fa una brutta faccia quando si nomina Napolitano, mette le mani avanti come se volesse dire: «Non mi fate parlare altrimenti dico davvero quello che penso». In pubblico però si mostra ottimista anche su Draghi alla Bce: «Sono sicuro che la sua candidatura sarà confermata al consiglio europeo di fine giugno». Attacca la sinistra: «Da domani fino alle elezioni voi che siete qui dovete tutti essere missionari di verità e libertà per convincere tutti coloro che, disponendo di scarso senso critico, si fanno convincere dalle trasmissioni della Rai, tipo Ballarò e Annozero, e da tutte le trasmissioni de La7 e dai giornali della sinistra».