La corsa per il Quirinale è iniziata
La corsa al Colle è cominciata. Mancano due anni ma uno spettro si aggira per i Palazzi del potere: Silvio Berlusconi presidente della Repubblica. Potrebbe farcela, anche se non gli basterebbe conquistare semplicemente la maggioranza del prossimo Parlamento. Sono anni che il centrodestra ci punta. Era il 2008 quando il coordinatore del partito Denis Verdini, alla scuola di Gubbio, sollevò il tema: «Dal 1994 il centrodestra non perde le elezioni, avrà diritto - chiese - di eleggere un presidente della Repubblica espressione della maggioranza degli italiani? C'è un sistema di elezione diverso? Pongo la questione». Certo in due anni non si potrà modificare la Costituzione introducendo l'elezione diretta, quindi saranno ancora le Camere a scegliere la massima carica istituzionale. Secondo le norme, il Parlamento elegge il presidente della Repubblica in seduta comune a scrutinio segreto e con la maggioranza di due terzi dell'assemblea. Dopo il terzo scrutinio è sufficiente però la maggioranza assoluta. Primo passo quindi da compiere per il centrodestra, se vuole eleggere un suo candidato, è vincere le elezioni e conquistare la maggioranza assoluta dei «grandi elettori». Poi, qualora voglia ottenere un consenso più ampio, convincere il centrosinistra a convergere su un suo nome. In questo caso Berlusconi non avrebbe grandi possibilità. Ma conta poco visto che il centrodestra potrebbe puntare sulla maggioranza assoluta. Dal canto suo il premier non ha mai avanzato finora una sua candidatura. «Se mi si chiede chi possa essere il Capo di Stato migliore, io rispondo che ho un mio candidato e che non sono io», disse all'ultima conferenza stampa di fine anno. Molti videro in quelle parole il profilo di Gianni Letta, peraltro indicato esplicitamente in altre circostanze. In realtà il premier ancora non ha scoperto le carte e anche negli incontri politici a porte chiuse non è mai andato al di là di quanto poi dichiarato in pubblico. Ma un pensiero Berlusconi ce l'avrà pur fatto. In ogni caso per andare al Quirinale non può bastare l'attuale centrodestra, anche se l'asse con la Lega resta naturalmente essenziale, con la necessità di rinegoziare eventualmente un'intesa. Anche perché l'elezione alla presidenza della Repubblica di Berlusconi aprirebbe la questione della successione a Palazzo Chigi, che a quel punto il Carroccio potrebbe rivendicare per un suo esponente. Quindi il quadro politico è più complesso. Le elezioni amministrative potrebbero dare un segnale. Se il governo ottenesse la forza per andare avanti fino al 2013, si aprirebbe una prospettiva di medio periodo per costruire alleanze elettorali e non solo. A quel punto Berlusconi potrebbe passare la mano e presentarsi agli elettori con un inedito ticket istituzionale Palazzo Chigi-Quirinale.