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Aver fiducia conviene Bossi lo spiega al Pdl

Il leader della Lega Umberto Bossi

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Il Governo non ha paura. I voti ci sono e l'opposizione perderà ancora una volta la sfida «muscolare» in Parlamento su una eventuale fiducia per sostenere l'ingresso nell'esecutivo di nuovi sottosegretari. Ci ha pensato Bossi ieri a spazzare via titubanze e perplessità nel centrodestra sulle parole di Napolitano.  Dando una lezione a tutti coloro che nell'invito del Colle alla verifica in Parlamento hanno visto un attacco a Berlusconi. Bossi ha dato prima di tutto ragione al Capo dello Stato: «Diciamo che riflettendoci sopra...devo chiedere scusa al presidente Napolitano sulla faccenda dei sottosegretari, perché ha ragione». «Ieri sera ho fatto un ragionamento – ha proseguito intervenendo in un comizio a Gallarate - ma poi, pensandoci qualche ora, devo dire che la questione sollevata dal Presidente ha una sua ragione, visto che ci sono tra i nuovi sottosegretari alcuni che avevano votato contro il Governo». Ma anche se la maggioranza dovrà andare a un voto, ha spiegato sicuro il leader del Carroccio, in aula non ci saranno problemi. «Il passaggio in Parlamento potrebbe essere necessario – ha precisato – ma in ogni caso non vedo tutta questa paura perché il governo riuscirà a portare a casa un sacco di voti». Ma ieri la Lega si è profusa in elogi nei confronti del Quirinale anche perché Napolitano ha firmato i decreti attuativi del federalismo regionale e provinciale, un provvedimento che per Bossi è il coronamento di una corsa decennale. E così il Senatùr ha sfoderato tutta la sua gratitudine: «Io ho grande stima per il Presidente della Repubblica, sono convinto che sia abbastanza saggio e gli spazi, nel ragionamento che fa, ci sono tutti». E ancora: «La Lega ha sempre stimato Napolitano, e devo dire che, anche questa mattina, ha dimostrato di essere una persona seria ed equilibrata, firmando il federalismo fiscale. C'era chi pensava che in campagna elettorale sarebbe andato contro la Lega invece ha fatto il suo lavoro: il "vecchio" è uno che le cose le fa abbastanza giuste». Anche il ministro Roberto Calderoli considera la richiesta di Napolitano perfettamente legittima: «Ritengo che nove sottosegretari e recentemente un ministro che ha assunto il dicastero dell'agricoltura e in più il passaggio di Galan ai Beni culturali possano rappresentare un cambiamento nella composizione del governo e quindi non c'è nulla di male». «Anzi – ha concluso – credo che possa essere positivo andare in Parlamento perché i numeri che abbiamo presumibilmente aumenteranno ancora dopo le amministrative. Penso quindi una squadra vincente e coesa come quella attuale non debba avere paura di giocare una partita in più». Difficile capire se alla fine la maggioranza andrà a un voto di fiducia o basterà una semplice comunicazione in aula. Ieri mattina i due presidenti di Camera e Senato, Gianfranco Fini e Renato Schifani, hanno spiegato che il 17 maggio, appena riprenderanno i lavori parlamentari dopo la pausa per le elezioni amministrative, ci sarà la conferenza dei capigruppo per decidere cosa fare. Ma il leader di Futuro e Libertà ha già chiarito che probabilmente del voto di fiducia non ci sarà bisogno. «Anche se – ha precisato – non è detto che non ci sia». «Il messaggio di Napolitano a mio modo di vedere è inequivocabile – ha proseguito – chiedeva che il Parlamento fosse informato dal presidente del Consiglio sulla natura della maggioranza formata con l'ingresso nella formazione di governo di esponenti di un nuovo gruppo parlamentare». Il problema potrebbe essere rappresentato dal fatto che Aurelio Misiti e Daniela Melchiorri, appena approdati nella squadra di governo, nella fiducia del 14 dicembre votarono contro. «Ma da allora – commenta il deputato dei Responsabili Silvano Moffa – sono sempre stati con noi». Tra i nuovi sottosegretari c'è però anche chi non sopporta tutta questa polemica: «Se le nomine disturbano o sono viste come atti di risarcimento non so di che – è lo sfogo di Luca Bellotti – se serve alla stabilità del governo io sono pronto a rimettere senza problemi già domani il mio mandato al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi».

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