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«Non abbiate paura degli immigrati»

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Nordestterra di apertura agli altri, anche «estranei», che deve «rinsaldare» la propria «unità spirituale» di fronte ai «lontani» e agli «immigrati». Terra che accoglie a partire da una forte coscienza della sua identità, che è anche cristiana. Il Papa ha scelto questi accenti nel concludere il suo viaggio nel Nordest, il 22.mo in Italia, nel giorno in cui continuavano ad arrivare notizie drammatiche sul fronte dell'immigrazione. Il richiamo a non aver paura di fronte ai lontani, ma a vivere rapporti di «comunione e solidarietà» è venuto durante la messa al Parco San Giuliano, davanti a circa 300mila persone, un rito in cui si è pregato anche in latino e in varie lingue dell'Est d'Europa, tra cui croato e sloveno, invocando pace e convivenza. Mentre nell'incontro con il mondo dell'economia e della cultura, sotto le splendide cupole barocche della Madonna della Salute, presenti anche rappresentanti delle comunità ebraiche e islamiche, Benedetto XVI ha puntato l'attenzione su tre «metafore suggestive». La prima, l'acqua: Venezia città d'acqua non esprima una cultura «liquida» con scelte effimere, ma scelga invece a partire da arte, sapere, relazioni benefiche tra uomini e popoli (la risposta ratzingeriana alle teorie del sociologo polacco Zygmunt Bauman). La seconda parola chiave, la salute, che non è solo stare bene, ma integrale benessere, anche spirituale, dell'essere umano. Terza metafora, la Serenissima: la sua grandezza nasce anche da rapporti fondati su amicizia e rispetto e dalla capacità di costruire la pace. L'appello al Nordest a non avere «paura» è stato uno dei fili conduttori di questo primo viaggio in Italia del 2011. Papa Ratzinger era stato invitato dalle chiese del Triveneto per inaugurare un convegno che dovrà rilanciarne senso e vitalità, ma anche dal Patriarcato di Venezia, da tempo impegnato in una riflessione sulle sfide poste al cristianesimo dai popoli che si affacciano sul Mediterraneo. In queste regioni un tempo locomotiva d'Italia, dove oggi la crisi morde la ricchezza e il senso di sicurezza, ai cattolici, non più maggioranza, Papa Ratzinger ha proposto di affrontare il dialogo con la modernità e di farne un elemento di crescita. E se ad Aquileia ha rilanciato l'appello a una nuova generazione di cattolici impegnati in politica per il bene comune, a Venezia ha citato tra i beati cui ispirarsi il venerabile Giuseppe Toniolo, figura di spicco del cattolicesimo sociale e fondatore della «prima Dc». L'accoglienza dei cattolici del Nordest al Papa venuto a «confermarne la fede» è stata festosa ad Aquileia ed entusiastica a Venezia. Nei due scrigni di arte cristiana il Papa-teologo ha contemplato anche la bellezza di mosaici unici al mondo: quelli altamente simbolici del IV secolo di Aquileia e le tessere luminosissime della basilica di San Marco. Per lui infine anche l'esperienza di un giro sulla Dogaressa, la gondola bianca che fu dei dogi.

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