«Osama non era in dialisi, si curava da solo»
Lafavorita, Amal Ahmed Al Sadah, 29 anni, yemenita, che ha vissuto con lui fino all'ultimo giorno nella villa-bunker di Abbottabad, in Pakistan. La donna racconta anche gli ultimi istanti dello sceicco. La notte del raid americano, lei e Osama - spiega durante gli interrogatori alle forze di sicurezza pachistane - erano appena andati a letto e spento la luce, quando hanno sentito degli spari. Prima che il capo di al Qaeda potesse prendere il suo kalashnikov, la squadra dei Navy Seals ha fatto irruzione e sparato al marito. La donna, una delle tre vedove di Osama sotto custodia pachistana, che sposò bin Laden nel 1999 come quinta moglie quando il capo di al Qaeda aveva 43 anni, racconta che fin dal 2003 lo sceicco aveva lasciato l'area tribale pachistana al confine con l'Afghanistan per andare a vivere nel villaggio di Chak Shah Mohammed, non lontano da Islamabad. Il villaggio si trova nel distretto di Haripur, una quarantina di chilometri a sud est di Abbottabad. Amal ha riferito agli inquirenti che, dopo aver vissuto due anni e mezzo nel villaggio, l'intera famiglia di bin Laden si è trasferita ad Abbottabad dove era stata costruita per loro la casa dove è avvenuto il raid. Per anni, si era sempre creduto che, sin dalla sua fuga dalle grotte di Tora Bora alla fine del 2001, lo sceicco del terrore si fosse nascosto, magari in un'altra grotta, nell'area di confine fra Pakistan e Afghanistan. Le «confessioni» di Amal proseguono. La ventinovenne yemenita racconta attimi di vita quotidiana dell'uomo più ricercato al mondo. Spiega che Osama fu operato due volte ai reni durante il regime dei talebani a Kandahar, ma prima di morire era in perfetta salute, «non era in dialisi, non era debole nè fragile». Lo sceicco del terrore, inoltre, si automedicava, con farmaci fatti in casa, «in cui aveva molta fiducia», e mangiando cocomeri. E anche a giudicare dalla cassetta dei medicinali trovata nel compound di Abbottabad, subito dopo il blitz, delle forze speciali americane, non sembra che Bin Laden fosse gravemente malato o che vivesse attaccato a una macchina per dialisi, come invece alcuni avevano sospettato sin dal 2001. A smentire tutti, poi, arrivano le rivelazioni di un uno dei figli di Osama bin Laden che sostiene che lo sceicco del terrore è «ancora vivo». Lo rivela il giornale egiziano al-Wafd. Il quotidiano scrive di una «telefonata» ricevuta «martedì mattina» da «due fratelli» dello sceicco del terrore, «Khalid e Abdelaziz», ed effettuata da «Samy bin Laden», figlio di Osama. Nella breve conversazione «Samy bin Laden ha assicurato agli zii che il loro fratello è ancora vivo e che quello che sostengono i media è falso».