La Grecia annaspa Vuole un altro sconto
LeonardoVentura Il giorno dopo il vertice convocato in tutta fretta a Lussemburgo sul caso Grecia, tra esponenti di Atene e della Ue, si sono accavallate smentite e indiscrezioni. Che sia vero o meno che sia stata valutata l'ipotesi di far uscire la Grecia dall'Euro, resta il fatto acclarato che la situazione è molto grave. Il portavoce del commissario Ue agli Affari economici e monetari, Olli Rehn, ha cercato di allentare la tensione. Il rischio che domani ad apertura dei mercati, i titoli greci schizzino al rialzo per l'impossibilità del governo di attirare investitori esteri. «Non è stata una riunione di crisi sulla Grecia. E non ha discusso affatto della possibilità di una ristrutturazione del debito sovrano greco, per non parlare dell'ipotesi, semplicemente errata, di un'uscita di Atene dall'Eurozona» ha detto il portavoce. Parole identiche a quelle del ministro delle Finanze greco Papacostantinou: «lo scenario di una uscita della Grecia dall'euro non esiste e questo scenario non è mai stato in discussione nei contatti informali del nostro Paese». Si tratta di «voci al limite del criminale» ha detto il ministro sottolineando che «il governo è impegnato a risanare il debito del Paese in modo responsabile, serio e nel migliore interesse dei cittadini. A questo scopo è in corso di attuazione il programma di aggiustamento economico concordato con Ue, Bce ed Fmi». Il portavoce della Commissione ha spiegato che «la ristrutturazione del debito sarebbe estremamente negativa per il Paese e per l'area euro nel suo insieme». Il Wall Street Journal che cita una fonte dell'Unione europea, scrive che la Grecia ha chiesto ai partner dell'eurozona di abbassare gli obiettivi di riduzione del deficit mentre fatica ad attenersi al piano di austerity stabilito nel quadro del salvataggio internazionale. Sempre stando alle indiscrezioni del Wsj, Atene avrebbe ammesso che probabilmente non sarà in grado di tornare a finanziarsi sul mercato il prossimo anno e potrebbe avere bisogno di ricorrere di nuovo al fondo di salvataggio della Ue. E ieri si è fatta sentire anche la Bce. Il membro finlandese del direttivo della Banca Centrale, Erkki Liikanen, ha precisato che «nessun Paese dell'Eurozona vuol lasciare la moneta unica». Il presidente dell'Eurogruppo Jean-Claude Junker, esclusa la ristrutturazione del debito sovrano, ha ventilato piuttosto l'ipotesi di un ulteriore aggiustamento del programma di aiuti. Di sicuro se ne discuterà al prossimo Ecofin. Le voci che si rincorrono in questi giorni rischiano di assestare un altro colpo alla Grecia all'apertura dei mercati domani, con i rendimenti dei titoli di Stato ellenici già su livelli record. La conseguenza più immediata, di fronte a un debito in caduta libera, è che si fa sempre più concreta una dilazione delle rate se non un taglio in valore dei rimborsi. Il Nyt ipotizza che sulla Grecia Ue e Fmi stiano solo prendendo tempo per dare tempo alle banche di rafforzare il capitale preparandosi alla tempesta.