Occasione da sfruttare
Di Mario Sechi Mettiamola così: la richiesta di Napolitano è singolare rispetto ai meccanismi parlamentari. Ma al posto del centrodestra non me la prenderei perché lo stesso governo ha «innovato» la prassi costituzionale con qualche strappo, come scrive il nostro Perfetti nella pagina dei commenti. Di fronte alla richiesta del Colle, proverei a ragionare cercando di trarne il massimo vantaggio. Come? Il governo ha già affrontato dal 14 dicembre in poi (data della Waterloo di Fini) una serie di voti di fiducia, uno in più non cambia la situazione. Anzi, rafforza l'esecutivo e accende il semaforo verde per allargare la maggioranza senza rischiare lo «stop and go» con Napolitano. Dopo la fiducia chiesta dal Quirinale sarà un diritto-dovere della maggioranza chiedere di rimescolare la composizione delle commissioni parlamentari dove oggi c'è una situazione paradossale nella quale i perdenti si trovano in immeritato vantaggio. Dopo lo strappo di Fli, il ritorno a casa di alcuni «scissionisti» e l'ingresso di deputati dell'opposizione, un voto di fiducia così motivato porta dritto al riequilibrio di tutti gli organismi parlamentari. Non si tratta infatti di una semplice e formale «presa d'atto» nei confronti dell'esecutivo, ma di un voto sulla «natura» stessa della nuova maggioranza. Si vota. E cambia tutto. Manovra in linea con quanto richiesto dalla prima carica dello Stato. Berlusconi avrà sempre la possibilità di cambiare squadra e anche di riscrivere la legge Bassanini. Niente è immodificabile. Il Quirinale ha posto dei paletti? Sì, ma a ben vedere sono un'occasione in più per rafforzarsi e lasciare la sinistra a lambiccarsi sul come giustificare un'altra dura sconfitta.