Pronti a bombardare solo in azioni mirate
L'Italia è pronta a bombardare. Da ieri otto caccia italiani, sui 12 messi complessivamente a disposizione della Nato, possono effettuare i bombardamenti mirati sulla Libia. L'annuncio è arrivato dal Parlamento, per bocca del ministro della Difesa, Ignazio La Russa. Dal canto suo, il ministro degli Esteri, Franco Frattini, ha affermato: ««Non potevamo tirarci indietro e guardare dall'altra parte». Davanti alle Commissioni Difesa ed Esteri di Camera e Senato, La Russa ha spiegato che quello annunciato lunedì dal presidente del Consiglio Berlusconi «non è un cambio di strategia, ma un aggiustamento del nostro contributo agli sforzi della comunità internazionale. Un riposizionamento all'interno della stessa strategia, in adesione al dettato della Risoluzione 1973 dell'Onu, dovuto alla urgente necessità, nuova di aiutare inglesi, francesi e altri nel colpire al suolo coloro che mettono a repentaglio la vita di civili». E ha spiegato come le forze governative libiche stiano ora conducendo un conflitto «asimmetrico», che significa «guerriglia urbana, cecchinaggio, scudi umani, impiego di mezzi civili e leggeri, come pick up con mitragliatrici e cannoncini». Da qui la necessità di «mantenere una forte pressione su Gheddafi anche attraverso una credibile ed efficace azione militare» e che anche l'Italia «conformi il suo impegno a quello degli alleati, primi tra tutti Francia e Regno Unito». Sollecitata insistentemente da più parti ma assunta, «in piena autonomia di giudizio», la decisione del governo è stata, dunque, quella di non incrementare il numero di velivoli già oggi a disposizione della Nato (12), ma di «ampliarne le opzioni di impiego» autorizzando «azioni mirate contro specifici e selezionati obiettivi militari, sul territorio libico, ovvero contro obiettivi che rappresentino una chiara e immediata minaccia o pericolo per i civili». Tradotto in pratica: 4 caccia Tornado (finora del tipo Ecr che «accecava» i radar della contraerea nemica) potranno essere impiegati in configurazione Ids (interdiction and strike) con armamento di precisione, a guida laser o satellitare, così come 4 AV-8B plus della Marina, imbarcati su nave Garibaldi (e utilizzati con compiti di difesa aerea e ricognizione), potranno anch'essi essere equipaggiati con missili di precisione da impiegare contro «obiettivi militari selezionati». Gli altri quattro velivoli - attualmente tutti Eurofighter - continueranno invece ad assolvere «funzioni di superiorità aerea» e quindi essenzialmente di protezione degli altri aerei militari. Nel confermare «a giorni l'invio in Libia di 10 istruttori militari», da inserire nella struttura di comando del Cnt, il nostro ministro della Difesa ha assicurato che «l'ingaggio degli obiettivi da parte dei caccia avverrà con sistemi d'arma di alta precisione, al fine di evitare danni collaterali» e che per questo «parlare di bombardamenti e fuorviante». A questo punto ci si chiede quando scatteranno le azioni mirate». Puntuale la risposta di Ignazio La Russa: «I nostri velivoli e gli equipaggi sono pronti e al termine di questa informativa verranno resi disponibili alla Nato per essere impiegati non appena saranno assegnati gli obiettivi». «Non potevamo tirarci indietro e voltare lo sguardo dall'altra parte», ha sostenuto anche il ministro Frattini, che davanti alle Commissioni ha parlato di una «vera e propria escalation di violenze» da parte delle milizie di Gheddafi. Di fronte ad «un'emergenza umanitaria di proporzioni gravi, o colpiamo con singole azioni aeree mirate i carri armati del regime o lasciamo consapevolmente uccidere civili a centinaia o forse a migliaia. Ecco perché non possiamo tirarci indietro», ha sottolineato. Poi, il titolare della Farnesina ha riferito di 10mila morti, vittime della ferocia del Raìs, «un uomo solo che medita vendetta contro il suo stesso popolo». Ma la comunità internazionale sta agendo, e grazie alle operazioni aeree della Nato l'arsenale militare del colonnello è stato «ridotto di oltre un terzo», mentre la sua aeronautica è stata praticamente «smantellata». Infine, Frattini ha ribadito l'appello affinché siano le Nazioni Unite a gestire «il coordinamento delle iniziative di mediazione» con gli emissari di Gheddafi. Oggi ribadirà questo auspicio nel ricevere alla Farnesina Abdelilah al Khatib, l'inviato di Ban Ki Moon in Libia.