Berlusconi fa guerra e pace
Una mozione per appianare i contrasti con la Lega e ricompattare la maggioranza dopo i tira e molla degli ultimi giorni. È questa la via d’uscita a cui stanno lavorando i vertici del Pdl. Un testo in grado di non scontentare i leghisti e nello stesso tempo riaffermare la partecipazione italiana alla missione in Libia. Ecco il documento. E in serata Bossi annuncia una mozione della Lega sulla Libia. La mozione «impegna il Governo a confermare il pieno impegno a cooperare, sotto il comando e il controllo della Nato, nell'ambito dell'operazione "Unified Protector" in condizioni di parità rispetto agli altri membri della coalizione; a favorire tutte le iniziative promosse dall'Onu e dalle organizzazioni regionali volte ad assicurare al più presto un reale cessate il fuoco e l'avvio di una soluzione politico-diplomatica che garantisca l'unità territoriale della Libia e un futuro di libertà, democrazia e prosperità per il suo popolo». Frasi che da un lato confermano la volontà di partecipare all'operazione a pieno titolo ma che dall'altro pongono l'accento sulla diplomazia e sulla protezione dei civili. Ma c'è di più. Il testo della mozione Pdl potrebbe essere integrato da alcune richieste del Carroccio che oggi presenterà, a sua volta, un documento specifico. Trovare la quadra non sarà semplice. Anche perché il clima tra maggioranza e opposizione è ormai incandescente. Il Pd ha presentato una mozione a favore della linea del premier, che ha lo scopo di far emergere la spaccatura con il Carroccio. «Una mozione per verificare la linea del governo in politica estera - dice il capogruppo Pd alla Camera, Dario Franceschini - visto che il ministro dell'Interno e uno dei due partiti di maggioranza dicono di non condividerla. Un voto del Parlamento è più che naturale». L'Italia dei Valori, invece, ha preparato una mozione più netta che chiede di «limitare la natura e l'estensione della presenza italiana nella missione deliberata dalla risoluzione 1973/2011 dell'Onu nei limiti previsti dalla stessa, escludendo esplicitamente la partecipazione attiva del nostro Paese ai bombardamenti contro obiettivi sul suolo libico». E qui scattano i problemi soprattutto per il centrosinistra. L'Idv, infatti, chiede che il Pd «non faccia la stampella alla maggioranza: non vorremmo mai che il voto del 3 maggio si trasformasse da una Caporetto del centrodestra nella pietra tombale del centrosinistra», spiega il capogruppo alla Camera, Massimo Donadi. «Tutte le opposizioni, unite, votino contro la risoluzione del governo - aggiunge il deputato Antonio Borghesi - la maggioranza è in frantumi e dobbiamo cogliere questa straordinaria opportunità». Infine il Terzo Polo chiede invece che «le nuove modalità proposte di utilizzo dell'aviazione militare italiana siano coerenti con la risoluzione 1973 del 17 marzo 2011 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite». Per il capogruppo Pdl a Montecitorio, Fabrizio Cicchitto, il governo si muove nella cornice delle risoluzioni Onu e dunque con «la tassativa esclusione di bombardamenti nelle zone abitate o di eventuali interventi delle truppe di terra. Nel merito - aggiunge - tutto ciò restringe gli elementi di dissenso emersi con la Lega mentre è comune al Pdl e alla Lega Nord la volontà di mantenere in piedi maggioranza e governo». Insomma, ribadisce il ministro degli Esteri Franco Frattini, «troveremo certamente una sintesi. Lavoriamo nell'ambito di una missione che l'Onu ha chiesto, che la Nato coordina e che i partner internazionali stanno conducendo assieme a noi. Non potevamo rimanere indietro». Attacca il vicepresidente di Fli, Italo Bocchino, che prevede che sul voto parlamentare di martedì sulla partecipazione italiana alla missione Nato in Libia la Lega Nord farà «una sonora retromarcia» e si piegherà «a quello che le chiederà Berlusconi in cambio di qualche vice sindaco o di qualche posto da sottosegretario». Il premier è ottimista: «La coalizione non è in crisi, con la Lega stiamo superando i problemi».