Cerca
Cerca
Edicola digitale
+

L'asse francese ha giovato alla crescita Bnl

default_image

  • a
  • a
  • a

Non tutti i francesi vengono per nuocere. Anzi, l'unione può fare la forza. Lo sa bene Bnl, che dopo l'estate dei furbetti e la fallita Opa di Unipol ha dovuto mollare la presa mentre altri scalavano le classifiche. Poi è stata acquisita con un blitz a sorpresa da Bnp Paribas, colosso transalpino del credito. Ora che si è ristrutturata, si è ben difesa nella crisi e ha ripreso i vecchi ferri del mestiere ritornando prepotentemente sul mercato. Non sono solo proclami, ci sono fatti evidenti e recenti. A partire dal secondo semestre 2010, ad esempio, ha lanciato un programma mirato di accordi con i Confidi territoriali per agganciare i finanziamenti alle imprese. Il 20 gennaio la banca guidata dall'amministratore delegato Fabio Gallia ha lanciato ufficialmente il progetto «Creo per l'imprenditore», un nuovo modello di servizio per aziende sopra i 5 milioni di fatturato che si propone di servire congiuntamente bisogni dell'impresa e di gestione del patrimonio personale dell'imprenditore o della famiglia. È un tentativo assolutamente coerente con la struttura imprenditoriale-padronale delle pmi italiane, per gestire bene entrambi i lati della medaglia, ovvero azienda e patrimonio. Un tentativo che pochissime altre banche italiane hanno sperimentato e con risultati deludenti. Tentativo riuscito, nel caso dell'istituto di via Veneto, anche grazie alle idee ed esperienze francesi. Non solo. La piccola banca nazionale è entrata in un grande gruppo e i clienti possono contare su una rete bancaria presente in 80 Paesi del mondo. Aggiungiamo una considerazione tecnica. Non ci sono misteri che uno dei problemi 2011 per le banche italiane si chiama rifinanziamento sui mercati. Le obbligazioni collocate nelle ultime settimane dalle banche italiane si sono rivelate estremamente costose: tra 170 e 200 punti base sopra il tasso equivalente euribor. Qualche banca ha dovuto persino ritirare l'operazione perché troppo cara. Con questi costi di raccolta i margini per prestare denaro alle imprese sono risicati, oppure i prezzi (spread) salgono ben oltre il 2,00% per coprirsi almeno il costo del rischio. Il cliente guarda anche alla solidità di una banca e Bnl può contare sul valore aggiunto dell'elevato rating di Bnp per aumentare la raccolta a tassi più vantaggiosi. Quanto ai risultati di bilancio, nel 2010 i depositi hanno evidenziato una crescita del 2,7%, mentre i crediti hanno mostrato un aumento dello 0,3 per cento. E il futuro? Ogni tanto sul mercato tornano le voci di possibili nozze con altri istituti ma sulla questione il direttore generale di Bnp Paribas, Jean-Laurent Bonnafé, ha tagliato corto: «Bnl è entrata a far parte del nostro gruppo cinque anni fa. È nel cuore di Bnp Paribas e lo resterà per sempre».

Dai blog