«Si va di male in peggio»
.É bastato che alle orecchie del ministro della Semplificazione Roberto Calderoli arrivasse la notizia delle prime missioni dei Tornado italiani armati in Libia che immediatamente i già difficili rapporti tra la Lega e il Pdl degenerassero fino a sfiorare il punto di rottura. E così, nello sfogo di Calderoli, si rispecchia tutto il malcontento del Carroccio per il cambio di rotta del premier sulla guerra in Libia ritenuto «sbagliato». Una linea che anche il ministro dell'Interno Roberto Maroni è tornato a sottolineare ieri dalle pagine del quotidiano Libero dove, oltre a ribadire il secco «no» della Lega sia «alla guerra che ai bombardamenti», ha preannunciato le possibili conseguenze della decisione di Berlusconi: «La conseguenza certa sarà un'ondata di immigrati mandati da Gheddafi o che scappano dalla guerra, e come conseguenza incerta la fine del regime». Poi l'affondo: «Della svolta in Libia l'ho saputo dalle agenzie. Berlusconi mi ha telefonato verso le nove e mezza di lunedì 25, e poi ha chiamato Calderoli e Bossi. Quindi è veramente incomprensibile». Ciò che invece Maroni ha ben chiaro è che i leghisti manterranno la loro posizione perché «noi non cambiamo idea da un giorno con l'altro». La sfida tra Lega e Pdl diventa sempre più accesa tanto che ieri è toccato a Paolo Bonaiuti il compito di sfilare a Roberto Calderoli la promessa di fedeltà alla maggioranza. Una promessa che il sottosegretario alla presidenza del Consiglio a nome del Pdl avrebbe «ripagato» con qualche sottosegretario o una più numerosa presenza di leghisti nel dopo amministrative. Intanto la Lega si frega le mani. Lo aveva chiesto a gran voce e ieri ha ottenuto che la nuova «strategia» in Libia venga sottoposta al voto d'Aula. Una conta calendarizzata per martedì prossimo che vede già il Pdl pronto a preparare un proprio testo con l'obiettivo di ricucire i rapporti con il Senatur e, contemporaneamente, portare l'opposizione dalla stessa parte. Con questo obiettivo è al lavoro il capogruppo dei Responsabili Luciano Sardelli che, incontrando Berlusconi, gli avrebbe proposto come via di uscita ai problemi con il Senatur l'indicazione nella mozione che l'impegno italiano sarà a tempo. Un'ipotesi che ha trovato d'accordo il presidente del Consiglio. È la base leghista che invece non vuole più saperne di trattative. La parola d'ordine è essere fedeli all'Umberto senza alcuna esitazione per evitare l'arrivo di altri immigrati. E, come sempre, è Radio Padania Libera a dare il polso del malcontento di militanti ed elettori del Carroccio che non usano giri di parole per dichiarare di essere stufi dell'alleanza con il Pdl. Un ascoltatore di Monza apre le telefonate: «Berlusconi sta sbagliando, prende decisioni senza consultarci. A me dà fastidio». Un intervento soft cui fanno seguito altri molto arrabbiati per usare un eufemismo. Maurizio di Torino ha le idee chiare: «Tutta la storia della Libia è sbagliata. Ci sta creando un sacco di guai. La Germania e la Francia fanno la parte del leone e noi ci siamo chinati come dei cagnolini. Berlusconi sta sbagliando terribilmente politica. Lui non se ne rende neanche conto, spero che ci sia qualcuno che lo faccia ragionare». Fino ad arrivare ad un altro ascoltatore che, senza giri di parole, evidenzia un aspetto molto importante per i leghisti oggi: strappare voti al Pdl: «Siccome Berlusconi ha toppato con la Libia l'unica cosa da fare è spostare il voto. I padani invece di mettere la croce sul simbolo del Pdl lo mettano solo sull'Alberto da Giussano».