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Da Mosca e Ankara pressioni su Assad

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Moscaha chiesto ieri di aprire un'inchiesta sulla morte di centinaia di civili, uccisi durante le proteste antigovernative. «Ci aspettiamo che Damasco conduca un'indagine trasparente ed efficace su tutti gli incidenti che hanno portato alla morte di civili - ha detto Alexei Sazonov, del ministero degli Esteri - e che i colpevoli siano portati davanti a un tribunale». Da parte sua, il primo ministro turco Recep Tayyip Erdogan ha invitato il presidente Bashar Assad a soddisfare le richieste dei dimostranti filodemocratici. E il Consiglio nazionale di sicurezza del Paese, che raduna leader civili e militari, si prepara ad ascoltare le dichiarazioni dell'ambasciatore turco a Damasco. Erdogan ha sottolineato che la Turchia non vuole vedere «una struttura autoritaria e totalitaria» in Siria. La Turchia, infatti, è preoccupata che la violenza possa generare instabilità nell'intera regione. Sempre ieri, il governo di Ankara ha inviato una delegazione di alto livello a Damasco per discutere con il regime la via per attuare le riforme chieste dal popolo per un cambio nella scena politica nazionale. La decisione è stata adottata in accordo con la leadership siriana. L'obiettivo della delegazione turca è avviare un processo per una «road map» che produrrà cambiamenti nell'amministrazione pubblica ed economica in Siria in linea con le richieste del popolo. Nel 1998 i due Paesi furono sull'orlo di una guerra in seguito alle accuse di Ankara nei confronti di Damasco di dare rifugio ad alcuni leader del Pkk.

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