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Fini scivola sempre più a sinistra

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Gianfranco Fini

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Lo considerano già fuori dal partito. La consegna per tutti è di non replicare all'uscita di Adolfo Urso. Il quale due giorni fa ha annunciato che sarebbe pronto a votare anche Letizia Moratti a Milano. Una frase che potrebbe suonare anche come una sconfessione dell'attuale candidato a sindaco di Fli nel capoluogo meneghino, Manfredi Palmieri, visto che quella preferenza viene espressa quando ancora si deve svolgere il primo turno. Urso probabilmente voleva solo frenare la deriva a sinistra del suo partito. In parte ipotecata da Italo Bocchino che aveva già messo in chiaro come, con una campagna così berlusconizzata, era ben difficile sostenere la Moratti in un eventuale ballottaggio. Gianfranco Fini resta in silenzio. Per lui la scelta è ormai compiuta e chi ha avuto modo di parlare con il presidente della Camera ha trovato il leader dei futuristi sereno. Come convinto che «la scelta è compiuta». E comunque certo che l'elettorato potenziale di Fli guarda al nuovo partito proprio in virtù della «rottura consumata con Berlusconi». Insomma, mai più con Silvio. Tutt'al più a Milano, se Palmieri come sembra non dovesse arrivare al secondo turno, i finiani lasceranno libertà di voto. Più emblematico di tutto, comunque, è il silenzio del vertice del partito. A rispondere a Urso viene spedito il più «destro», Roberto Menia. Colui che con la sua Area nazionale voleva essere proprio alla guida dell'ala moderata e poi ha stretto un accordo con Bocchino. «A me sembra che Urso stia guardando un altro film, come se nulla fosse accaduto in questi mesi», spara Menia. E aggiunge: «Se c'è qualcuno che ha nostalgia di posti, di un ministero, di qualcosa lo dica chiaramente. Io ero sottosegretario e francamente non mi manca il ministero. Giro l'Italia, sto facendo campagna elettorale e ho capito che il nostro elettorato non capirebbe mai un accordo con Berlusconi o qualche suo uomo, indietro non si torna». Atteggiamento diverso invece è stato tenuto nei confronti della lista "fasciocomunsta" di Latina, dove Fli si presenta assieme con esponenti di sinistra vicini allo scrittore Antonio Pennacchi. Una soluzione questa che è stata invece benedetta dal vertice del partito, tanto che candidati sono finiti tutti gli intellettuali vicini a Fini. Ma sarebbe troppo semplicistico voler ridurre tutto allo scontro tra la destra e la sinistra perché subito dopo Pasqua il partito riesploderà di nuovo su un altro terreno: sì o no al biotestamento.

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