Masi bacchetta i tre discoli Rai
Diciamolo subito. La legge sulla par condicio è una legge insensata, che trasforma gli operatori dell'informazione in piccoli chimici costretti a dosare minuti e spazi alla ricerca della formula perfetta. Che il più delle volte non esiste. I difensori di questo manuale di matematica applicata all'informazione sostengono che sia il modo migliore, addirittura l'unico, per garantire libertà di accesso ad ogni partito e consentire a diverse idee di esprimersi. Eppure basterebbe poco. Basterebbe aumentare il pluralismo, arricchire l'offerta e moltiplicare le voci invece di rinchiuderle dentro recinti talmente stretti da essere profondamente illiberali. Basterebbe avere un po' di fiducia nell'intelligenza dei telespettatori e i partiti farebbero bene a preoccuparsi di questo piuttosto che agitare strumentalmente la par condicio per ottenere maggiore visibilità. Fatto sta che una legge c'è, e come tale va rispettata. Così ieri il direttore generale della Rai Mauro Masi ha inviato una lettera al direttore del Tg3 Bianca Berlinguer e a Mario De Scalzi che regge l'interim del Tg2. Motivo? Le violazioni di tre trasmissioni: Annozero, Ballarò e Potere. Nell'avvicinarsi dell'appuntamento elettorale, infatti, i talk show e i programmi di approfondimento sono ricondotti sotto la responsabilità delle testate giornalistiche. E a partire dalla mezzanotte del 18 aprile è scattata la fase più «rigida» della par condicio. Insomma, secondo Masi, Michele Santoro, Lucia Annunziata e Giovanni Floris avrebbero infranto le regole. Sia chiaro, è nelle competenze del dg evidenziare situazioni di questo tipo. Ma Masi è un caso a parte, nonostante una certa familiarità con i codici e i numeri (è stato in Banca d'Italia prima di approdare alla presidenza del Consiglio dei ministri), ogni volta che fa il suo lavoro scatena l'immediata polemica. Così, appena la notizia delle lettere è diventata di dominio pubblico, i difensori delle legalità e della libertà di informazione si sono scatenati. Per Pancho Pardi (Idv) la «vera violazione» della par condicio è la presenza di Masi a Viale Mazzini: «Dov'è quando il Tg1 di Minzolini o Radio Londra di Ferrara si travestono da megafoni di Arcore?» Per il Pd quello del dg è «un tentativo di intimidazione» a poche settimane dal voto. E a leggere certe dichiarazioni non si può che tifare per il dg. La par condicio sarà anche una legge sbagliata, ma lui è probabilmente l'unico che ancora ci crede e la applica.