Manda tutti a quel paese.
Staccatutto. Telefoni, messaggi, comunicazioni. Silvio Berlusconi molla tutti e vola per la Sardegna. Destinazione Villa Certosa, Porto Rotondo. La sua dimora estiva. Il suo parco giochi. Dove il Cavaliere si mette a girare per i giardini e dà sfogo a una delle sue passioni maggiori: il pollice verde. La collezione di oltre duemila cactus, gli ulivi secolari. Stacca con la politica romana. E soprattutto milanese. Con i continui litigi nel Pdl che stanno squassando il partito da Nord a Sud. L'altra sera ha visto a palazzo Grazioli Vittorio Sgarbi, che racconta: «L'ho trovato in grande forma, pimpante. Se dovessi trovare uno slogan per riassumere la chiacchierata direi che ho trovato un Silvio in versione "Fate l'amore, non fate la guerra". Antinuclearista, contro i bombardamenti in Libia, frenava sulle missioni militari. Sembrava di parlare con Gino Strada». Un altro esponente del Pdl che ha avuto una lunga chiacchierata con il premier racconta che l'ha trovato su di giri «anche per la maretta che è scoppiata in casa di Fini, che ora deve fronteggiare i problemi nel partito e nella sua vita privata». In questo quadro, molto incerto per la verità, Berlusconi ha voluto chiudersi la porta con il mondo ed è volato in Sardegna. Proprio mentre le notizie sul fronte Pdl sono negative. A Milano è lite continua, un dato che rischia di scoraggiare l'elettorato moderato che detesta i conflitti interni ai partiti. A Napoli divampa lo scontro con un pezzo di Forza Italia che ha deciso di sostenere la lista di Forza Sud, quella che fa riferimento a Gianfranco Miccichè: il candidato a sindaco Gianni Lettieri teme che non venga sostenuto fino in fondo dai suoi. Altro allarme che si è acceso è quello di Latina, dove il portabandiera del centrodestra, Di Giorgi, stando agli ultimi sondaggi non è riuscito ancora a prendere un vantaggio rispetto a quello del centrosinistra Moscardelli. E poi c'è Torino, dove pure sembrava che Coppola se la potesse battere con Fassino, ma negli ultimi report l'ex leader dei Ds sembra aver preso il largo mettendo in forse persino il ricorso al ballottaggio. Certo, l'elettorato di centrodestra è sonnecchiante. Si sveglia solo nelle ultime due settimane. E dopo il Primo maggio il Cavaliere ha pianificato un po' di uscite pubbliche per cercare di dare una sveglia. Ma adesso Berlusconi corre il rischio che tutto accadere troppo tardi. Avrebbe voluto fare qualcosa prima. Per esempio aveva messo in calendario una manifestazione ad inizio aprile per segnare l'avvio della campagna elettorale a Napoli. Ma è stata cancellata per motivi di sicurezza e anche quella del 12 maggio a piazza Plebiscito, sempre nel capoluogo partenopeo, è ancora in forse.