«L'ad di Fiat vuole ridurre il peso dell'Italia»
All'amministratoredelegato della Fiat, Sergio Marchionne, chiede di riaprire il confronto sul modello proposto per l'Italia, in particolare per l'ex Bertone, ma questo suo approccio "soft" non dura poi molto. Susanna Camusso torna a domandare dove porti la strategia del Lingotto ma, al contempo, sostiene che un tavolo è «l'unica strada possibile» per uscire dalla contrapposizione. Per quelle che sono diventate le Officine Automobilistiche di Grugliasco resta da sciogliere il nodo dell'investimento da 500 milioni di euro per produrre una nuova Maserati con l'estensione del contratto di Pomigliano e di Mirafiori. Marchionne ha già chiesto ai sindacati una decisione in tempi brevi, altrimenti ci sarà il «trasloco». Il 2 maggio si esprimeranno i lavoratori. Sul fronte opposto resta la Fiom, che ha presentato il ricorso contro le newco e ha già ripetuto di non essere disponibile a una replica alla ex Bertone. Una scelta, quella di ricorrere alla magistratura, in questo momento non appoggiata dalla Cgil: sulla questione anche ieri il leader di Corso d'Italia ha sostenuto di non avere ancora letto il testo dell'istanza. Resta da giocare la carta del confronto. «Ovviamente - ammette Camusso - non è facile uscire» da questa situazione, «avendo finora la Fiat impedito qualsiasi iniziativa di movimento o di cambiamento del quadro», ma «l'unica strada possibile è quella di provare a costruire delle soluzioni differenti», dice, riconoscendo «la diversità della storia» della vecchia Bertone. In alternativa, secondo Camusso, c'è «l'autoritarismo di quel progetto». La salita di Fiat al 51% in Chrysler, per il leader della Cgil risulta la conferma di uno spostamento sempre più forte verso gli Usa, con una riduzione della presenza nel nostro Paese. L'Italia «diventa una succursale che può essere sostituita o alternata con le altre: la Serbia o la Polonia», commenta il numero uno dei metalmeccanici della Fiom, Maurizio Landini. La giudica, invece, una «bella notizia» il sindaco di Torino, Sergio Chiamparino, che, pur manifestando «fiducia immutata» verso Marchionne, indica un «punto» su cui «sta sbagliando»: la vicenda Bertone, appunto.