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Enrico Letta dà i numeri sui numeri

Enrico Letta del Pd

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Martedì sera. Ballarò. Enrico Letta battibecca con il ministro dell'Istruzione, Maria Stella Gelmini. Improvvisamente Letta tira giù il full servito: il DEF, Documento di Programmazione Economica, presentato solo pochi giorni fa da Tremonti a Bruxelles, dove, nero su bianco erano riportati consistenti «riduzioni di spesa» per il settore educazione, non solo per il 2011 ma anche per il 2012 e 2014. Un sacco di soldi, circa 4.500 milioni anche per ciascuno degli anni successivi al 2011, per un totale di 13.5 miliardi di euro, secondo lui. Il Ministro Gelmini tentenna. Letta gongola soddisfatto. Il conduttore Floris idem. Applausi. Il punto è che anche Letta sembra aver letto il documento di Programmazione economica senza capirci un granchè. Glielo speghiamo noi. Facendo una premessa: il documento chiamato Programma Nazionale delle Riforme (PNR) presentato dal Governo Italiano a Bruxelles dovrebbe essere, nelle intenzioni, una fotografia di ciascun Paese membro a uso e consumo delle istituzioni europee e degli altri paesi membri. Tradotto: non è una finanziaria e non sposta soldi pubblici, perché non viene approvato dal Parlamento secondo l'iter legislativo necessario ogni volta che si propone un cambiamento dei saldi di finanza. È una relazione strategica, punto. Ma andiamo avanti. A Ballarò Letta ha citato il terzo capitolo dove vengono raggruppate otto aree di intervento per riformare l'Italia; in particolar modo il terzo paragrafo riguarda «Innovazione e Capitale Umano» che comprende capitoli quali l'istruzione primaria/secondaria e l'Università ma anche altre voci rilevanti per la spesa pubblica in ricerca e sviluppo, progetti del Ministero della Difesa e il completamento del «Piano banda larga». Nei capitoli scuola e università, come spiegato nella tabella sventolata da Letta in trasmissione ci sarebbero le cifre dello scandalo dell'assalto gelminiano alla scuola per gli anni 2012, 2013 e 2014: nuovi e imprevisti ulteriori tagli per 4/ 4,5/ 4,5 miliardi complessivi in 3 anni, che si aggiungerebbero ai tagli già fatti. Non è così. Letta non sa contare, perché somma tutte le cifre in colonna del capitolo «Innovazione e Capitale Umano», invece di detrarre le maggiori spese dalle minori spese, per cui la progressione vera di minori spese per l'intero capitolo nel triennio 2012-2014 sarebbe: 2,33/2,28/2,28 (taccio dei 370 milioni non ripartibili). Non solo. Le minori spese in tabella sono in realtà previsioni di calo delle uscite pubbliche lorde dovute in forza a una legge già approvata da quasi 3 anni, in particolare quella 133 del 6 agosto 2008 che ha convertito in legge un decreto del 25 giugno 2008. Il decreto n.112 prevedeva già (all'art. 64 comma 6) che a seguito dei tagli per la scuola decisi dal governo Berlusconi dovevano verificarsi i seguenti risparmi lordi per l'amministrazione pubblica: «Economie lorde di spesa, non inferiori a 456 milioni di euro per l'anno 2009, a 1.650 milioni di euro per l'anno 2010, a 2.538 milioni di euro per l'anno 2011 e a 3.188 milioni di euro a decorrere dall'anno 2012». Questo comma viene citato espressamente nel PNR di Tremonti che però si dimentica di citare il numero del decreto (112/2008) creando una certa confusione anche a Letta: «Dalle riorganizzazioni della scuola e dell'università si attendono risparmi di spesa: dai commi 411 e 412 dell' art. 2 della legge 244/2007 e dal comma 6 dell'art. 64, dal 2009 al 2011 sono previste dalla relazione tecnica economie di spesa per il personale pari a oltre 1.293 milioni di euro nel 2009, 2.808 milioni nel 2010, 3.730 nel 2011 e 3.188 milioni di euro a decorrere dal 2012». Ecco dunque svelato l'arcano: i risparmi di cui parla il PNR per gli anni 2009-2011 sono la somma del già citato decreto 112 del 25 giugno 2008 del governo Berlusconi e della precedente legge finanziaria del 2008 (legge 244/07), promulgata dal Presidente della Repubblica il 24 dicembre 2007 e ben conosciuta da Letta che era Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio in quel Governo, presieduto da Prodi. Legge finanziaria che appunto prevedeva questi tagli prodiani. Tremonti fino al 2011 somma tagli prodiani a tagli berlusconiani mentre a partire dal 2012 cita solamente degli effetti del decreto 112 del 25 maggio 2008 convertito in legge 133 del 6 agosto 2008. Morale: l'esponente del Pd ha sbagliato nella forma (perché i numeri che ha dato non tengono conto delle cifre nette ma lorde) ma anche nella sostanza, perché ha dimenticato che i tagli dal 2012 in avanti sono già state previsti e approvati dal Parlamento nell'estate del 2008.

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