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Rimpasto e giustizia: il piano del Cav

Silvio Berlusconi

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Un impegno deciso per le elezioni amministrative con due appuntamenti in piazza, il 7 maggio a Milano e il 13 a Napoli. Tanto perché, ha chiarito ai suoi Berlusconi, vuole «metterci la faccia». Nel frattempo però il premier chiuderà l'operazione rimpasto, con nove sottosegretari e un viceministro, forse due. Inoltre il governo continuerà nella riforma della giustizia. Nel vertice di ieri con i big del Pdl a Palazzo Grazioli, Berlusconi avrebbe mostrato le cifre dettagliate delle udienze e dei processi che ha sostenuto. «Abbiamo il dovere di fare le riforme, a cominciare da quella della giustizia» avrebbe insistito il Cavaliere, che prepara le prossime mosse. Lo sguardo è rivolto ai Responsabili che ieri mattina hanno presentato un documento politico sulle priorità dell'esecutivo: lavoro, welfare, Sud, imprese. Le nuove nomine saranno fatte molto probabilmente subito dopo Pasqua, nel primo Consiglio dei ministri, forse già mercoledì prossimo. Il premier potrebbe anticiparle al Quirinale tra qualche giorno. I nomi in ballo sono i soliti: Cesario, Calearo, Polidori, Pionati, Misiti, Rosso. Tra i papabili nuovi sottosegretari potrebbe esserci anche Daniela Melchiorre, la LibDem che ha da poco lasciato il Terzo polo e assieme al collega di partito Italo Tanoni è tornata nella maggioranza. Resterà ancora vuota la poltrona lasciata libera da Andrea Ronchi. Le Politiche comunitarie, avrebbe spiegato ai suoi Berlusconi, spetteranno a chi, tra i delusi di Fli ma anche dell'Udc, potrebbe presto arrivare a rinsaldare i numeri della maggioranza. «Potreste chiamarvi terzo polo dei riformatori» avrebbe infine suggerito al capogruppo dei Responsabili, Sardelli, anche lui a Palazzo Grazioli. Le elezioni restano la priorità. I sondaggi sono buoni, danno il Pdl in crescita, avrebbe spiegato Berlusconi, che si sarebbe detto convinto della riconferma al primo turno di Letizia Moratti a Milano. Il premier ha quindi annunciato ai vertici del partito la lettera che sarà inviata agli elettori milanesi in cui spiegherà i risultati portati a casa dalla Giunta Moratti e metterà in guardia dal rischio di lasciare la città in mano alla sinistra. C'è poi la giustizia: «Sono un perseguitato» ha ribadito Berlusconi. L'intenzione resta quella di approvare la riforma costituzionale della giustizia alla Camera entro l'estate. E se i big del Pdl hanno invitato il Cavaliere a non esporsi troppo nello scontro con la magistratura, lui ha chiesto al partito, e ai ministri soprattutto, di seguirlo di più nella sua battaglia contro i pm, «dovete difendermi tutti». Il premier vorrebbe, riferiscono fonti parlamentari del Pdl, essere sostenuto maggiormente dal partito, soprattutto da chi è al governo grazie a lui. Non è - questo il suo ragionamento - una battaglia che posso condurre da solo, in ballo non ci sono solo i miei processi dove sarò assolto, ma la sopravvivenza stessa del governo e ancor di più la libertà democratica. In serata, a «Otto e mezzo», è arrivato l'«augurio» del presidente della commissione Antimafia, Beppe Pisanu: «Se Berlusconi vincesse le prossime elezioni con una larga maggioranza diventerebbe naturalmente il candidato alla presidenza della Repubblica, perché avrebbe il supporto dei grandi elettori».

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