Berlusconismo e Tremontismo
Il suo nome nel delfinario di Silvio Berlusconi non compare mai, eppure se guardiamo bene quel che ha fatto il governo dal 2008 a oggi, quel nome è la politica dell'esecutivo. L'innominato alla successione è Giulio Tremonti. Piaccia o meno, il Pdl oggi è sintetizzabile così: Berlusconi ha i voti, Tremonti la politica. Il Cavaliere quando gioca al dopo-Silvio non cita il suo ministro più rappresentativo. Le ragioni di questo silenzio sono tante, ma in ogni caso non è detto che sia un male. I due hanno caratteri diversi, in un ciclo virtuoso direi che sono complementari. Berlusconi è un genio del marketing elettorale, un innovatore del costume nazionale, un rabdomante del consenso, un interprete finora insuperato del carattere di un blocco sociale che rappresenta la maggioranza del Paese. Tremonti è l'uomo degli scenari economici, l'escogitatore delle soluzioni che fanno tendenza, l'intellettuale che produce manifesti politici, il professore che non perdona l'errore dell'avversario. Berlusconi non è completamente politico, Tremonti non è certo un talento che si può confinare alla voce «tecnico». Entrambi sono figli del crollo della Prima Repubblica e rappresentano una felice anomalia del sistema italiano. Pensare a uno scenario senza l'uno e l'altro è semplicemente impossibile. Sognare l'uscita completa di scena di Berlusconi è sbagliato, immaginare un Tremonti che non dice la sua nella Terza Repubblica una grave mancanza di senso della realtà. Il leader carismatico continua a esercitare un magnetismo forte sul corpo elettorale, il superministro è quello che quando parla non dice mai banalità, costringe chi ascolta a pensare. Ricordo bene le profezie e i giudizi su entrambi: Berlusconi? Il fondatore di un partito di plastica che sarebbe finito presto. Tremonti? Il commercialista di Sondrio della finanza creativa e dei condoni. Giudizi infantili, privi di qualsiasi acume politico. Il risultato è che la coppia ha segnato diciassette anni di storia italiana. Il berlusconismo e il tremontismo sono la stessa cosa. Due volti diversi del medesimo fenomeno sociale. Pensare di salvarne uno e cancellarne un altro è una pura illusione.