Cerca
Cerca
Edicola digitale
+

«Un messaggio di speranza»

Esplora:
default_image

  • a
  • a
  • a

«Dopomolti anni finalmente l'Italia può avere uno strumento di pianificazione volto al rilancio della ricerca», è soddisfatta Mariastella Gelmini, presentando il Programma Nazionale di ricerca ai presidenti degli enti pubblici di ricerca e del mondo universitario, insieme ai ministri di Salute, Ambiente, Affari regionali e al vicepresidente della Commissione Europea, Antonio Tajani. «Il programma - spiega - è un esempio della capacità del Paese di fare squadra». Certamente c'è molto da fare in fatto di risorse: L'Italia «investe ancora troppo poco in ricerca ed è molto lontana dal 3% del Pil che le chiede l'Europa». Di qui la scelta di concentrare le poche risorse su pochi progetti di punta, individuati nel Programma come i 14 «progetti bandiera». Una scelta che per il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta, è «un messaggio di fiducia e speranza per il mondo della ricerca, l'università e il mondo produttivo». Per il presidente del Senato, Renato Schifani, la conoscenza e la ricerca sono «assolutamente fondamentali» per la crescita economica e per Tajani il programma ha una dimensione europea. Soddisfatto il vicepresiedente della Commissione Cultura e scienza della Camera, Luigi Nicolais, «il Paese e la ricerca avevano bisogno di una strategia», che ha invitato ad una maggiore snellimento e velocizzazione delle procedure di finanziamento. Positivo il giudizio dei ministri. Stefania Prestigiacomo (Ambiente) che vede nell'appello alla sostenibilità uno dei pilastri del programma; per Ferruccio Fazio (Salute) si va «nella stessa direzione innovativa verso la quale sta procedendo la medicina»; Raffaele Fitto (Affari regionali) vede nel piano una carta a favore della «credibilità del Paese». Consenso unanime anche da parte dei presidenti degli enti pubblici di ricerca, che guardano già all'attuazione e soddisfatto infine anche il mondo delle aziende, che con il presidente della Farmindustria, Sergio Dompè, invita a concentrare le risorse nelle aree più competitive e ad una «selezione estremamente severa».

Dai blog