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Fli esulta anche quando perde

Italo Bocchino

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Futuro e Libertà a Milano ha già vinto. Bocchino si frega le mani. Esulta. Si prepara ai grandi proclami. Eppure il suo entusiasmo ha gran poco valore: il tanto declamato successo non ha nulla a che vedere con l'imminente scontro elettorale per l'elezione del prossimo sindaco della citta meneghina. No. Niente di tutto ciò. L'esultanza è scaturita dal risultato alle votazioni per il rinnovo delle rappresentanze studentesche negli organi accademici del Politecnico. Una competizione elettorale tra cinque diverse liste che, strano a dirsi, vista la gioia dei «futuristi», non ha consegnato al partito di Fini nessun eletto. Ma questo a Bocchino e company non importa. In Fli tutto fa brodo pur di sfogare la propria rabbia contro il Pdl. Ed è proprio il Vicepresidente di Futuro e Libertà a tentare di abbindolare i propri sostenitori con commenti autocelebrativi: «Il Presidente del Consiglio ha detto che "Fli è un partito ormai finito e che il suo progetto politico non ha più una prospettiva". Peccato che proprio nella sua Milano c'è stata una competizione elettorale che ha visto contrapposti Pdl e Fli. Ebbene, alle elezioni al Politecnico la lista di Fli (Generazione Futuro) ha preso 411 dei voti, distaccando di più di cento voti l'unica lista riconducibile al Pdl (Azione Universitaria per la Libertà)». In altre parole, «al momento, nell'unico scontro elettorale che c'è stato, Fli ha dimostrato di avere una volta e mezza i voti del Pdl». I futuristi, così, pensano di avere le carte in regola per espugnare definitivamente Milano. Peccato, però, che nelle dichiarazioni di Bocchino siano stati omessi importanti elementi di confronto. Per esempio non è vero che «Fli ha dimostrato di avere una volta e mezza i voti del Pdl». Infatti, visto che la lista Azione universitaria per la Libertà ha preso 308 voti, per essere vera la proporzione dell'ex capogruppo di Fli, Generazione Futuro avrebbe dovuto prendere 452 voti. 41 voti in più rispetto a quelli realmente conquistati. Una differenza che, leggendo le dichiarazioni del coordinatore nazionale di Generazione Futuro, Gianmario Mariniello, assume una grande importanza: «Per 34 voti non abbiamo preso il senatore accademico. A dimostrazione che i pochi voti presi di AU sono inutili. Insomma, il vero voto utile è quello dato a Generazione Futuro». Ecco allora che in una competizione alla quale hanno votato 7.111 studenti su 36.938 aventi diritto (si è espresso solo il 19,25% degli universitari) si tirano in ballo questioni, come quella del voto utile, che tradiscono le vere preoccupazioni dei finiani. Ma non finiscono qui i motivi per cui Fli ha ben poco di cui esultare. Infatti non solo non sono riusciti ad eleggere alcun rappresentante ma hanno «dimenticato» di dire che la seconda lista più votata dell'ateneo (con due rappresentanti in Senato accademico) è la ciellina Lista Aperta che, come si sa, è vicina alle posizioni del Pdl. Per Fli quindi il tanto sbandierato successo non è altro che una mezza vittoria. Uno scenario che potrebbe ripetersi il 15 e 16 maggio in occasione del voto amministrativo. Un'elezione che sta già creando scompiglio tra i futuristi i quali correranno compatti con il Terzo Polo al primo turno sostenendo Manfredi Palmeri, ma che sembrano dividersi nel caso in cui, al ballottaggio, siano costretti a scegliere se appoggiare il sindaco uscente Letizia Moratti o il candidato di centrosinistra Giuliano Pisapia. Contro la Moratti si è immediatamente schierato Fabio Granata per il quale Fli a Milano punterà sulla coalizione di sinistra. Una presa di posizione completamente opposta a quella di Bocchino che ieri sera alla trasmissione L'ultima Parola ha detto: «Granata ha capito male. Non esisterà alcuna scheda elettorale in Italia dove il simbolo di Fli sarà alleato in una coalizione dove c'è il simbolo del Pd e del Sel di Vendola». Eppure all'interno del partito le difficoltà sulla gestione delle elezioni amministrative stanno creando non pochi grattacapi. L'ordine di scuderia è di non presentare il simbolo di Fli in quelle realtà dove si pronostica un risultato per il partito inferiore al 5% dei consensi. Ma non è finita qui. Infatti il vero problema per i cordinatori regionali incaricati di decidere la strategia elettorale nei territori di competenza, è capire come comportarsi quando, al primo turno, si decide di sostenere un candidato sindaco del Terzo Polo indicato dall'Udc e, in caso di ballottaggio, questo decida di appoggiare il candidato di centrosinistra. Una situazione che, per esempio, potrebbe verificarsi in quelle località dove il Pdl governa assieme alla Lega, un partito con il quale i centristi non intendono allearsi. Per ora, quindi, il futuro di Fli sembra essere incerto. Ma questo ai finiani non importa. Loro intanto gioiscono per la «vittoria» al Politecnico di Milano.

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