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«Berlusconi non farà la fine di mio padre»

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SilvioBerlusconi «è più forte di Craxi», vincerà la sua battaglia sulla giustizia e impedirà «che la sovranità popolare si sposti dalle urne alle toghe». A pensarla così è Stefania Craxi, in una lunga intervista concessa al settimanale «A» in edicola da domani. L'esponente del Pdl attacca i magistrati: «Lavorano poco, hanno due mesi di vacanza ogni anno, sono spesso in giro per convegni, il loro tasso di produttività è bassissimo. Tutto questo va detto. Senza paura». Poi fa un parallelo Craxi-Berlusconi: «Sono stati chiamati a combattere con gli stessi avversari politici. Certi clan della magistratura politicizzata, certi clan dell'informazione, un certo mondo finanziario che vuole un governo ai propri ordini... Ma Berlusconi è più forte di Craxi. E non può, anzi non deve, finire come Craxi. Silvio ha il consenso popolare che Craxi non aveva. E poi ha tv e denaro. Deve andare avanti per completare il lavoro sulla giustizia. Deve difendersi e impedire che la sovranità popolare si sposti dalle urne alle toghe. È la sua battaglia, ma è anche la mia», rivela. L'intervista, però, non è tutta una sviolinata a Silvio. Il sottosegretario agli Esteri, amica personale del Cav, invita Berlusconi a prepararsi al passo indietro. «È ora di aprire una stagione nuova. Con idee nuove, uomini nuovi, linguaggi nuovi. Perché, direbbe mio padre, "Non era questa l'Italia che sognavo; derisa all'esterno e miserabile al suo interno"». La Craxi spiega la durezza con l'affetto che da anni la lega al premier: «Silvio deve uscire di scena nel modo giusto, non può essere travolto dal ridicolo. Deve smetterla di raccontare queste barzellette oscene: non gli fanno onore e non fanno ridere». E rompe il silenzio anche sulle feste di Arcore: «Su questo dico solo due cose. La magistratura deve perseguire il reato e non moralizzare la società. Ma tutto quello che è successo non è stato un spettacolo bello». Parla anche del suo rapporto con Veronica Lario. «I miei figli sono cresciuti con i suoi figli. Abbiamo diviso vacanze, momenti spensierati e anche momenti duri. Siamo insomma amiche e posso dire che Veronica ha amato infinitamente Silvio ed è nella lista delle poche persone che gli vogliono ancora bene». E una moglie che vuole ancora bene all'ex marito che potrebbe fare? «Forse nulla. E immagino che tutto sia successo proprio per questo», conclude. La Craxi torna poi a parlare di politica: «Berlusconi al Quirinale? Vorrei vedere l'età abbassarsi. Siamo un Paese vecchio e la mia generazione si consumerà in questa lunga transizione. Interroghiamoci allora: da quanto tempo i nostri capi dello Stato hanno ottant'anni?». Il sottosegretario gela anche le ambizioni di Alfano come successore: «Non può un'intera classe dirigente politica essere nominata con il favore del potente di turno. Io per prima. Non è questo il modo per selezionare una classe dirigente. Il ministro della Giustizia? Stiamo sempre parlando di classi dirigente scelte dall'alto», sentenzia. Poi invita Tremonti a farsi avanti: «Giulio ha fatto bene, ha tenuto la barra dell'economia dritta. Ma troppe volte dà l'impressione di rintanarsi facendo solo conto sulla Lega...Deve ragionare, deve capire che la Lega non gli basterebbe». Ultimo sì a Casini: «Quando si riorganizzerà il sistema politico eserciterà un fascino. Sicuramente più di altri». Ultimo no a Montezemolo: «Potrà mettere qualche soldo nella politica, ma soldi ce ne sono già a sufficienza». La forse eccessiva sincerità costa al sottosegretario agli Esteri le critiche delle berluscones di ferro: «Le frasi pronunciate dal sottosegretario Craxi sono ingenerose nei confronti del presidente», commenta Isabella Bertolini, vicepresidente del gruppo Pdl alla Camera. «Sono convinta - dice - che Berlusconi non sia al tramonto e che noi dirigenti, compresa Stefania, siamo chiamati invece a consolidare il partito che il premier ha costruito e a portare avanti il suo progetto politico. Un progetto, quello del Pdl, che è ancora di grande attualità. Non è questo il momento di sollevare altre polemiche, ma serve unità», avverte l'esponente azzurra. A non apprezzare la lunga «confessione» della Craxi è, però, il fratello Bobo. «Consiglio a Stefania di abbandonare quella compagnia intollerante: un Craxi non può stare con loro un minuto di più. Li lasci soli, in compagnia di Lele Mora ed Emilio Fede», spiega l'esponente del Partito socialista italiano, commentando le indiscrezioni sull'intervista. In realtà Bobo Craxi non aveva gradito neanche il paragone nostalgico fatto da Silvio Berlusconi nei confronti del padre Bettino: «È vero, come dice il premier, che i giudici fecero fuori mio padre dalla vita politica (mentre le sue televisioni ne esaltarono l'impresa), però Bettino Craxi aveva un maggior senso dello Stato e della funzione politica». Nad. Pie.

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