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Renzi e la generazione nata con i quiz

Matteo Renzi

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«Lo riconoscete? Era un campione de La Ruota della Fortuna di Mike Bongiorno, è stato in carica dal 2 al 9 febbraio 1994 e ha vinto 48 milioni e 400.000 lire. Sapete chi è?». Sul sito Qui Mediaset (http://www.tv.mediaset.it/quimediaset) da alcuni giorni compare la fotografia di un giovanissimo Matteo Renzi, sindaco democratico di Firenze e – 17 anni fa – partecipante al gioco di Mike Bongiorno su Canale 5 – una delle tre reti del Cavaliere – la Ruota della fortuna. Quel fotogramma di Matteo Renzi è interessante perché incarna l'educazione sentimentale di una generazione: quella dei 30 e 40enni di oggi che, grazie a Dio ed un po' anche al Cavaliere, si sono scampati il tradimento dei chierici marxisti e rivoluzionari degli anni Settanta, quel clima da anni di piombo cupi e senza edonismo, abbeverandosi nell'ora della merenda e negli anni del liceo alla laicità, libera e liberale, divertente e consumista, allegra e piena di joie de vivre delle reti commerciali. Nell'Italia di oggi, dove l'antiberlusconismo è la misura della maggior parte della politica di opposizione, quell'immagine di Matteo Renzi, sindaco di centrosinistra che ha persino avuto il coraggio di incontrare Silvio Berlusconi ad Arcore, è una rivoluzione, un'icona pop spensierata e antidogmatica, come i quadri di Andy Warhol nell'America degli anni Sessanta e dell'american dream. In fondo, le reti commerciali hanno compiuto la loro rivoluzione portando dei sogni attraverso la televisione. L'Italia degli anni Ottanta, soprattutto all'inizio del decennio, ne aveva un disperato bisogno dopo gli anni bui del terrorismo. Dallas, Dynasty, la ricchezza delle Rolls e delle ville texane e californiane sono l'immaginario di alcune generazioni cresciute senza invidia per la ricchezza e con una fiducia nel merito e nelle proprie forze. Erano, gli anni Ottanta ed i primi Novanta, gli anni del reaganismo, della rivoluzione liberale, di Bettino Craxi che modernizzava l'Italia e di Giuliano Ferrara che la sua Radio Londra la faceva non sulla Rai ma sulle tv del Cavaliere. Quell'immagine di Renzi è del febbraio del 1994, esattamente nel pieno dell'ondata antipolitica seguita a Tangentopoli ed alle inchieste giudiziarie che hanno travolto un'intera classe dirigente. Eppure, nella faccia pulita di Renzi, nonostante l'Italia attraversasse un momentaccio, si ritrova l'ottimismo della sua generazione e di quelle prossime alla sua. Un ottimismo vitale che rende dignitoso partecipare ad un quiz tv, perché vincere dei soldi ad un gioco televisivo non è uno scandalo, è libertà di scelta e di bravura se si azzeccano le risposte. L'ideologia degli anni Settanta, contorta e classista, marxista a modo suo, violenta in alcune sue tragiche espressioni, è il thanatos. La Ruota della fortuna è l'eros. Speriamo che anche una parte dell'intellettualità italiana cominci a rendersene conto: meglio un gioco a premi in tv di una lotta di classe fuori tempo.

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