Napolitano cauto: "Valuterò la norma"
I parenti delle vittime della stragi di Viareggio e del Moby Prince vorrebbero incontrarlo per chiedergli di non firmare la legge sul processo breve «perché è un premio a chi commette reati e l'ennesima scarsa considerazione delle vittime». I partiti politici fanno a gara per tirarlo dalla propria parte. Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano attende la visita del Guardasigilli Angelino Alfano che, dopo il vertice della maggioranza a Palazzo Grazioli, ha ricevuto il mandato di salire al Colle per chiarire gli effetti della prescrizione breve. Era già accaduto lo scorso 9 marzo quando il ministro si recò al Quirinale per illustrare la riforma della Giustizia. L'incontro andò bene e probabilmente il Cavaliere spera che anche stavolta tutto proceda senza intoppi. Di certo ieri Silvio Berlusconi non ha gioito quando le agenzie di stampa hanno battuto il commento del Capo dello Stato che, durante la sua visita a Praga (tornerà in Italia stasera), ha parlato del testo approvato il giorno prima dalla Camera. I giornalisti lo hanno intercettato a margine dell'inaugurazione della stazione ferroviaria della capitale ceca chiedendogli casa pensasse delle preoccupazioni espresse dal Csm e dalle famiglie delle vittime di alcune stragi, sulla prescrizione breve. «Valuterò i termini di questa questione - ha risposto Napolitano - quando saremo vicini al momento dell'approvazione definitiva in Parlamento». Parole che hanno subito scatenato le reazioni delle forze politiche. In particolare dell'opposizione che ha letto nelle dichiarazioni di Napolitano l'intenzione di intervenire «preventivamente» sulla legge. Così Carmelo Briguglio, vicecapogruppo di Fli alla Camera, ha ricordato quando il Capo dello Stato «svolse un'energica moral suasion perché la nostra mozione di sfiducia al governo fosse discussa dopo la Finanziaria». Azione che «favorì di fatto Berlusconi». Briguglio sembra quasi chiedere al Colle un «risarcimento», ma si limita a ricordare che «il presidente della Repubblica è chiamato a una decisione molto delicata e siamo certi che come sempre sarà saggia e giusta. Una decisione che accetteremo in ogni caso». E se Walter Veltroni non si sbilancia («non sono tra quelli che dà suggerimenti al Capo dello Stato»), il capogruppo dell'Idv a Montecitorio Massimo Donadi si aspetta da Napolitano «quella serenità di giudizio e quell'equilibrio che ha sempre avuto fin qui». Mentre il segretario dell'Anm Luca Palamara (lunedì vedrà il presidente della Camera Gianfranco Fini ma l'appuntamento è stato chiesto da tempo ndr), dopo aver ricordato che la nuova legge «cancellerà almeno 15mila processi», assicura di avere «massimo rispetto per il ruolo del Presidente, per noi è punto di riferimento». La girandola di dichiarazioni, però, costringe il Colle ad un nuovo intervento. A parlare sono «ambienti del Quirinale» che spiegano come Napolitano, con l'espressione «vicini al momento», intendesse che «comincerà ad esaminare il testo alla vigilia della decisione che gli toccherà prendere a proposito della promulgazione». Interpretare le parole del Presidente come annuncio di un intervento preventivo, spiegano, è del tutto «arbitrario».