La Protezione civile ad Alemanno «Un pastrocchio solo nel Lazio»
Seguitoda uno scaricabarile. Da un lato la Protezione civile, che si occupa dell'accoglienza dei migranti. Dall'altro il Campidoglio e la Regione Lazio, che si sono fatti «sorprendere» dall'arrivo di 120 tunisini. Già venerdì sera il dipartimento della Protezione civile aveva ribadito di aver organizzato «in base all'accordo sottoscritto il 6 aprile tra Governo, Regioni, Anci e Upi, una pianificazione equa sul territorio della distribuzione dei cittadini extracomunitari» e che nel Lazio, nonostante una fitta corrispondenza tra i due enti, c'è stato «un mancato coordinamento tra istituzioni sul territorio che ha provocato evidenti disfunzioni». Un problema che non può essere «imputato alla struttura nazionale». Un episodio che, comuqnue, «spingerà il Dipartimento a verificare, senbbene non sia di sua stretta competenza, anche le interlocuzioni intermedie tra istituzioni territoriali, per evitare che inconvenienti simili si ripetano in futuro, pur constatando che al momento ciò è avvenuto solo in Lazio». Il sindaco Alemanno sulla vicenda ha dato due versioni. «La cosa è stata gestita malissimo, le istituzioni non sono state neanche avvertite: né io né la presidente della Regione Lazio. Insieme stiamo sollecitando la Protezione civile affinchè non si verifichino mai più», ha sottolineato ieri dopo l'arrivo dei tunisini a Grottarossa. «Mi sono molto adirato per questo modo di procedere - ha aggiunto il primo cittadino - Noi abbiamo chiaramente detto qual è la situazione di Roma, che è già ben oltre i limiti in termini di accoglienza. Ci deve essere l'impegno da parte della Protezione civile nazionale e del governo a sistemare i tunisini in luoghi diversi dall'area metropolitana di Roma. Diverso è il discorso della Regione Lazio. C'era un patto e deve essere rispettato». Interpellato sulle proteste registrate a Grottarossa all'arrivo dei tunisini, Alemanno ha risposto: «Ovviamente quando arrivano i profughi c'è sempre un momento di sbandamento e se le cose si gestiscono così confusamente si rischiano delle reazioni scomposte». Questo in mattinata. Nel pomeriggio, però, il sindaco si è informato. «La protezione civile sostiene di aver avvertito la regione Lazio, ma il Governatore Polverini mi ha detto che non ne sapeva nulla. Le istituzioni devono essere avvertite sempre prima», ha precisato. La risposta del Dipartimento della protezione civile non si è fatta attendere. È stato ricordato nuovamente che l'individuazione dei luoghi dove accogliere gli extracomunitari e l'informazione da garantire ai livelli istituzionali sottostanti quello regionale spettano, come concordato nello stesso «Piano per l'accoglienza dei migranti», alle strutture regionali. «Il Dipartimento - si legge in una nota che non lesina sarcasmo - farà tesoro della spiacevole situazione che si è verificata nel Lazio e nell'immediato futuro si accerterà che tutti, fino al vigile di quartiere, siano avvisati sulle procedure messe in campo». In serata il presidente Renata Polverini ha ammesso: «C'è stata un po' di confusione a cui speriamo di porre rimedio. Io personalmente non lo sapevo. C'è stato un brevissimo preavviso, credo un paio di ore da quando sono arrivati». Nel frattempo, gli immigrati sono stati trasferiti provvisoriamente in altri centri di accoglienza romani, a Tor di Nona e a Torre Gaia.