Alcuni ce l'hanno fatta.
Ottenutoil permesso temporaneo sono saliti su un treno diretto in Francia, la loro «terra promessa». Ma il ministero dlel'Interno francese smentisce qualsiasi ingresso dall'Italia e ribadisce che il visto italiano non basta. Bisogna rispettare le «cinque regole d'oro». E nulla è cambiato, da questo punto di vista. Ieri la distribuzione dei documenti per raggiungere l'agognata Francia è cominciata verso le 9.30. I migranti che da settimane ormai affollano la cittadina ligure hanno atteso in fila, ordinatamente. Al centro di accoglienza hanno trascorso la notte circa 150 nordafricani, altri 60 invece hanno dormito in stazione. Una ventina sono saliti sul treno delle 13.47. «In Tunisia studiavo Filosofia - racconta Sabri, 27 anni - poi ho fatto la rivoluzione e sono fuggito. Vado a Nizza, perchè lì vive e lavora mio zio». Il giovane sorride, nonostante i segni della stanchezza sul volto, per nulla preoccupato della possibilità che la polizia francese lo rispedisca indietro. «Sono sereno, ho il permesso temporaneo - dice - e poi mio zio lavora, può mantenermi...». Una parte ha sicuramente passato i controlli della polizia francese, alla stazione di Mentone. I gendarmi sono saliti sul treno, hanno controllato i documenti e hanno fatto proseguire i migranti verso Nizza. Solo due sono stati fatti scendere, perchè non avevano il permesso di soggiorno. Ma il ministero dell'Interno d'Oltralpe ha fatto sapere che non risulta alcun ingresso di tunisini in Francia dalla Penisola. Che «non è cambiato niente nelle disposizioni per i migranti alla frontiera con l'Italia. Le regole contenute nella circolare del ministro Gueant sono immutate». E che «per entrare in Francia con il permesso temporaneo concesso dall'Italia, i tunisini devono avere anche un documento di viaggio valido e la giustificazione di essere in possesso di risorse economiche». Il riferimento è alla circolare sull'applicazione delle norme dello spazio Schengen inviata lo scorso 7 aprile dal ministro Claude Gueant: «Non c'è nulla di cambiato, le regole sono rimaste ovviamente quelle - ha spiegato il ministero a Parigi - l'unica possibilità è che le persone che hanno passato la frontiera fossero in possesso dei documenti richiesti dalla circolare». E ai microfoni di Tf1 Claude Gueant ha ribadito: «Bisogna regolare l'immigrazione, combattere contro l'immigrazione irregolare e regolamentare quella regolare», ha detto, annunciando l'intenzione di far ridurre «in un primo momento» il flusso di immigrati regolari in Francia da 200.000 a 180.000 l'anno. Nei giorni scorsi, lo stesso Gueant aveva annunciato davanti al Senato la propria intenzione di presentare «nei prossimi giorni» delle proposte «per la riduzione del numero di permessi di soggiorno» accordati agli stranieri. Intenzione già anticipata con un'intervista al settimanale Figaro Magazine, che aveva sollevato forti critiche sia da esponenti politici che da imprenditori e sindacati. «L'integrazione è in panne» ha dichiarato ancora il ministro, sottolineando che «il 24% degli stranieri non comunitari che si trovano in Francia sono disoccupati. È quasi tre volte più del tasso (di disoccupazione) nazionale». Mau. Gal.