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Al governo di «decantazione» crede solo Fini

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Laproposta di Giuseppe Pisanu e Walter Veltroni lanciata dalle colonne del Corriere della Sera, fa discutere il Palazzo. «Scriviamo queste parole, uomini di diverse convinzioni politiche, solo perché mossi dalla comune, angosciata constatazione di un rapido e generale declino del nostro Paese» premettono i due, rimediando in realtà solo il sorriso ironico della maggioranza. Il commento più dissacrante arriva dal Carroccio:«A me sembra la proposta del governo degli zombie», taglia corto il ministro della Semplificazione legislativa Roberto Calderoli. «Si mettano l'animo in pace. Per governare il Paese ci vogliono i voti, quelli che avremo anche alle amministrative. E i voti stanno dalla parte di chi governa il Paese e lo sta riformando - aggiunge - Queste proposte di combattenti e reduci, con il dovuto rispetto alle due categorie, hanno fatto il loro tempo». Dal Pdl è il gelo. Il successo delle ultime votazioni alla Camera, con il via libera al processo breve, il ricompattamento delle varie correnti interne del partito in vista delle amministrative, la maggioranza che passo dopo passo tende ad allargarsi, sono motivo sufficiente per rilanciare la tenuta dell'alleanza di governo attorno alla leadership di Silvio Berlusconi. Che, anche di fronte allo sconcerto causato dalle ipotesi di successione, ha gioco facile ora a dire che al governo c'è lui, e basta. Ed infatti, nota Fabrizio Cicchitto, non si vede proprio quel «terreno su cui si dovrebbe realizzare un governo di decantazione» visto che il governo «ha la maggioranza sia alla Camera che al Senato». Il Pd, come al solito, si fa trovare spiazzato dall'iniziativa e commenta in ordine sparso. Se per Pier Luigi Bersani, infatti, ogni soluzione che comporti «un passo indietro di Berlusconi e una fase di transizione è benvenuta e noi siamo pronti a discutere», Rosy Bindi è più realista del re: «È evidente che in questo momento non ci sono le disponibilità né da parte di Berlusconi né da parte della sua maggioranza - spiega - francamente a questo punto noi chiediamo le elezioni». Pollice verso da Nichi Vendola: «Non so - dice il leader di Sel - di cosa parliamo». A crederci (e a sperarci), insomma, è solo il Terzo Polo. A partire dal presidente della Camera e leader di Futuro e Libertà: «Ho trovato la lettera di Veltroni e Pisanu condivisibile dalla prima all'ultima parola» è la sintetica ed esplicita risposta di Gianfranco Fini. Puntuale l'ok di Italo Bocchino che propone di metterlo in pratica dopo le amministrative: «Bisogna uscire dal tunnel e scrivere regole condivise, poi ognuno può andare per la sua strada» dice. L'Udc si aggrega. Della serie, la speranza è l'ultima a morire.

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