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Fazio fa la "vittima" Rai e intanto inciucia con La7

Fabio Fazio e Luciana Littizzetto

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Fabio Fazio è pronto a lasciare Rai3 per approdare a La7. «Finalmente, un "comunista" di meno» urleranno i suoi avversari. «Attentato alla libertà di informazione» replicheranno i suoi difensori. Insomma l'indiscrezione, attribuita ad un «alto dirigente Rai» e pubblicata sul numero di Tv, Sorrisi e Canzoni oggi in edicola, è destinata a scatenare la solita e noiosa polemica. Quella che normalmente esplode quando gli «intoccabili» di Viale Mazzini finiscono sotto i riflettori. La premessa è nota. Tra giugno e agosto scadono i contratti di tre pezzi da novanta di Rai3: Fazio, Milena Gabanelli e Giovanni Floris. Ad oggi nessuno sembra essersene occupato. Il direttore della rete Paolo Ruffini è già sceso in campo deciso a dare battaglia: «Che tempo che fa, Report e Ballarò sono fra i migliori programmi della Rai. E credo di interpretare correttamente il pensiero dell'azienda se definisco incedibili sia i programmi che i conduttori». Il consigliere di minoranza Nino Rizzo Nervo ha scritto una lettera piena di preoccupazione al presidente Paolo Garimberti avanzando qualche perplessità su come il direttore generale Mauro Masi sta gestendo l'intera vicenda. E il numero uno di Viale Mazzini ha fatto informalmente sapere che chiederà «chiarimenti puntuali al dg nel corso del prossimo Consiglio di amministrazione». «Penso che sarebbe un grave errore per la Rai e un danno anche per il suo pubblico perdere conduttori e trasmissioni che hanno sempre dato ottimi risultati di qualità e di ascolti» avrebbe detto ai suoi collaboratori Garimberti. Insomma nelle stanze del settimo piano c'è agitazione per le sorti di Fazio & Co. E se invece fosse proprio il conduttore di Che tempo che fa a voler cambiare aria? Secondo Tv, Sorrisi e Canzoni non solo Fabio (uno degli stipendi più «pesanti» di Viale Mazzini) starebbe trattando il «trasloco» per fine stagione ma, anche se rimanesse in Rai, dovrebbe fare i conti con la defezione di Luciana Littizzetto. La comica, scrive il settimanale, avrebbe confidato agli amici di essere stanca dei suoi monologhi da sopra la scrivania e, dopo il successo della fiction di Raiuno FuoriClasse, vorrebbe misurarsi con qualche altra sfida. Niente di male. Il mercato televisivo vive di cessioni e acquisti. Ed è anche normale che, dopo otto anni, un conduttore decida di fare altro. Non in Italia dove i «crociati» della libertà d'informazione hanno già cominciato a strapparsi le vesti. Tuona dal suo blog Antonio Di Pietro: «In Rai ci sono parecchi contratti importanti che devono ancora essere rinnovati. Passano i giorni e dai piani alti di viale Mazzini non arriva nessuna garanzia su quel rinnovo. Non ci sarebbe niente di strano in questo, se non fosse che i conduttori senza contratto sono quelli che portano all'azienda più telespettatori, e dunque più pubblicità e più soldi. Qualsiasi azienda farebbe carte false per tenerseli ben stretti. Ma alla Rai, e purtroppo ormai in tutto il Paese, è in vigore un'altra logica, che non guarda al merito o alla capacità e neppure al profitto ma solo ed esclusivamente all'obbedienza». Gli fa eco il vicepresidente della commissione di Vigilanza Rai Giorgio Merlo (Pd): «I programmi di Rai3 non possono essere rimossi né aboliti non perché i conduttori sono politicamente, e notoriamente, schierati. Ma per il semplice fatto che Ballarò, Report e Che tempo che fa sono trasmissioni che fanno ascolti e garantiscono solide entrate finanziarie». Lo sostiene il deputato del Pd Giorgio Merlo, Vice Presidente Commissione Vigilanza Rai che aggiunge:«inoltre garantiscono anche quel pluralismo che, se fosse ridimensionato, cancellerebbe la stessa essenza del servizio pubblico radiotelevisivo». E Beppe Giulietti, deputato e portavoce di Articolo21, non è da meno: «Non c'è nessun ritardo casuale nel mancato rinnovo dei contratti di Fazio, della Gabanelli, di Floris, della Dandini e via discorrendo, siamo in presenza solo e soltanto dell'ennesima variazione sul tema: il presidente non li vuole più vedere né sentire, queste voci debbono essere eliminate». Sarà, ma vale la pena di ricordare un piccolo particolare. Fazio è già stato a La7 nel 2001. Anzi, era una delle punte di diamante della neonata televisione. Peccato che il suo programma, per dissidi interni, venne cancellato a 48 ore della messa in onda. Chissà che oggi non abbia più fortuna. Nel frattempo può godersi Nanni Moretti. Domenica il regista, che non terrà conferenze stampa per presentare il suo Habemus Papam (da venerdì nelle sale ndr), sarà ospite di Che tempo che fa. L'apparizione si annuncia «scoppiettante». E la domanda nasce spontanea: non è che Fazio vuole giocare a fare il «martire» Rai?

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