Berlusconi: "Forse non mi ricandido"

Il copione è sempre lo stesso. Berlusconi parla, si sfoga. Poi arrivano le rettifiche, le precisazioni. Stavolta più urgenti del solito. Perché stavolta il Cavaliere parla alla stampa estera. Che lo prende molto sul serio. Prende le sue affermazioni, fatte nel corso di una cena, non come battute e sfoghi. Bensì come dichiarazioni ufficiali, annunci storici, epici. Che cosa dice il premier? Berlusconi va a cena - martedì - con i corrispondenti esteri e fa sapere che potrebbe non correre alle elezioni del 2013, che potrebbe cedere il passo e che il suo successore, come candidato premier, potrebbe essere Angelino Alfano. Secondo quanto riporta il Wall Street Journal, il capo del governo afferma: «Se ci sarà bisogno di me come padre nobile, sono disponibile. Potrei essere capolista del Pdl, ma non voglio un ruolo operativo». Conferma l'inglese Guardian nella sua versione on line: «Berlusconi ha annunciato che non correrà alle prossime elezioni politiche del 2013 e ha indicato in Angelino Alfano la persona alla quale intende affidare il partito», scrive il corrpispondente dall'Italia John Hopper. In realtà le frasi erano già state diffuse da un'agenzia di stampa nella tarda mattinata e la notizia aveva fatto il giro dei siti internet. Così, la sede del Pdl viene presa d'assalto. Mail, telefonate. Al punto che quando, in serata mancano pochi minuti al voto finale sul processo breve, Denis Verdini è costretto a precipitarsi in Transatlantico per spiegare ai giornalisti: «A seguito di quanto riportato in merito ad alcune riflessioni fatte da Berlusconi con alcuni giornalisti stranieri, siamo stati oggi invasi da fax, e-mail, telefonate di sostenitori che chiedevano a Berlusconi di "resistere, non andare via"». Ma quanto detto dal premier, spiega ancora Verdini, «era una riflessione, uno stato d'animo dovuto all'essere sempre sotto pressione, ma non si tratta certo di una cosa vera». Allo stesso modo, prosegue il coordinatore del Pdl, «le parole su Alfano» indicato da Berlusconi come suo successore: «È una ipotesi, un discorso per un eventuale futuro». Subito dopo arriva anche Paolo Bonaiuti, portavoce del premier, che ricorda di non aver partecipato alla cena; che la sua non è una smentita; che lui ci tiene soprattutto a chiarire il tono di quelle frasi. Non si è trattato di un annuncio, non è una verità apodittica, nessuna notizia concreta. Ma soltanto un ragionamento, una riflessione a cui è stata data una enfasi eccessiva. Ecco, appunto. Enfasi eccessiva. Insiste Bonaiuti: «Una cosa è fare un ragionamento - spiega il sottosegretario alla presidenza -, ben altra cosa è rendere quel ragionamento come una certezza assoluta. Non si tratta di conclusioni certe. Se invece quelle riflessioni le si prende per verità assolute, consolidate, non è così. Non è un annuncio. Ma ad alcuni ragionamenti del premier è stata data un'enfasi che fa sembrare quelle riflessioni come certissime. Non è così». Tradurre è complicato. Sicuramente quello che ha detto Berlusconi ai corrispondenti esteri è quanto sta ripetendo in privato negli ultimi giorni. Vuole fare un passo indietro e lanciare il suo successore. Fare la prossima campagna elettorale al suo fianco e aiutarlo a vincere. Però, come spesso accade, Berlusconi cambia velocemente umore e idea. Questa è la fotografia attuale. Ma la strada da qui al 2013 è ancora lunga. Molto lunga.