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Per la Banca del Sud si scalda anche Profumo

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Ilprimo è il fondo strategico della Cassa Depositi e Prestiti paragonabile a un autentico fondo sovrano. Il secondo è l'appoggio che, ai progetti di rilancio, potrebbe arrivare dai consiglieri eletti da Assogestioni, l'associazione guidata da Domenico Siniscalco, attivissimo nel proporre candidati nelle liste di minoranza delle principali società industriali. Il terzo per ora in stand-by, ma non meno importante, è la Banca del Sud. Un braccio finanziario capillare per gli investimenti nel Mezzogiorno. E nel quale Tremonti ha coinvolto le Poste (che hanno acquistato per questo il Mediocredito Centrale) e il sistema delle Banche di Credito Cooperativo. A guidarla potrebbe essere chiamato un banchiere di spicco come Alessandro Profumo. Una designazione che non dispiace al ministro Tremonti visto che il problema più evidente da superare è l'integrazione di reti bancarie diverse. All'ex di Unicredit non manca l'esperienza in questo campo. Profumo potrebbe scontrarsi solo con la candidatura di Massimo Ponzellini presidente di Banca Popolare di Milano. A frenare il banchiere genovese solo il patto di non concorrenza siglato con Piazza Cordusio che, se violato, gli costerebbe 1,5 milioni di euro. E le ambizioni dei meridionali. Il presidente dell'assemblea regionale siciliana, Francesco Cascio ha messo le mani avanti: «Sarebbe auspicabile che a guidarla (la banca ndr) sia un uomo del Sud». Fil. Cal.

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