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L'Oms: l'Europa deve aiutare l'Italia

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Sostenetei sistemi sanitari dei Paesi in prima linea nel fronteggiare i massicci flussi migratori in arrivo dai Paesi del Nord-Africa. Lo raccomanda Zsuzsanna Jakab, direttore dell'Ufficio regionale per l'Europa dell'Oms, intervenendo al confronto romano sulla «Circolazione delle popolazioni migranti nei Paesi mediterranei della Ue». «È importante in questa fase - avverte - fare del nostro meglio per sostenere questi Paesi, e preoccupa vedere che alcuni non sono pronti per assumersi questo impegno», ha detto Jakab, con un implicito riferimento a Francia e Germania. Nel documento finale che uscirà dall'incontro capitolino «sarà importante - a detta dell'esponente dell'Oms - esplicitare» questo passaggio, perché «i Paesi europei sono colpiti in misura differente» e ci sono alcune realtà «come l'Italia in cui c'è già l'emergenza», visto che il nostro Paese «è impegnato in prima linea». Del resto i numeri, sottolineati sia dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta che dal ministro della Salute Ferruccio Fazio, la dicono lunga: 27 mila immigrati approdati in Italia dall'inizio della crisi ad oggi. Mentre il nostro Paese «ha una grande tradizione nella ricezione di flussi migratori, ci sono altri che sono ancora in una fase di preparazione». Su tutti, in misura diversa e a seconda dell'esigenza, occorre intervenire per far fronte ai flussi in arrivo. Jakab si sofferma poi su alcune lacune presenti in alcune realtà, come i centri di accoglienza sovraffollati in Grecia e le carenze, a livello sanitario, dell'isola di Malta. E aggiunge: «La percezione pubblica è che gli immigrati portino malattie, ma non è così». Il rischio che dai massicci flussi migratori in arrivo dal Nord Africa possano nascere focolai di malattie infettive e propagarsi nelle popolazioni locali «è molto limitato, altamente improbabile».

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