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Quegli strani furti in casa i ladri entrano e non rubano

Il presidente della Regione Lazione Renata Polverini

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Febbraio, marzo, aprile. Un colpo al mese. Due tentativi di furto in casa a San Saba, e ora una microspia scoperta nei suoi uffici nel palazzo della Giunta sulla Cristoforo Colombo. La presidente del Lazio Renata Polverini sembra un bersaglio prescelto. Il 27 febbraio, in via Rebecchi Brighetti due balordi si sono arrampicati per raggiungere il balcone al quarto piano e da lì tentare di entrare scardinando una finestra. Ma sono stati disturbati e si sono dati alla fuga. Un condomino del palazzo li ha visti arrampicarsi e ha lanciato l'allarme ai carabinieri. La presidente non era in casa. Il 10 del mese successivo la seconda puntata, il nuovo tentativo, stavolta pare andato a segno. I ladri si sono introdotti all'interno dell'appartamento dopo aver forzato la grata di una finestra e disattivato le sirene d'allarme. Ad accorgersi dell'intrusione è stata la mattina dopo la collaboratrice domestica. Che cosa hanno portato via? I collaboratori della Polverini hanno detto che non mancava niente in casa della governatrice. E allora? Forse i ladri hanno messo qualcosa, un'altra microspia? Pare che dopo i fatti della Colombo la presidente bonificherà anche gli ambienti della sua abitazione a San Saba. Come mai la presidente del Lazio è diventata personaggio da tenere sott'occhio, in tutti i modi e con ogni mezzo, da parte di chi trama nell'ombra e vuole sapere che le passa per la testa? A debita distanza, in un contesto assai diverso ma con in comune la trama da film giallo, il caso Polverini richiama quello Marrazzo. Non per fatti e personaggi che hanno animato le due vicende, ma per i guai che la Polverini sta avendo così come li ha dovuti smaltire il suo predecessore Piero Marrazzo. Come a dire: chi siede su quella poltrona rischia grosso, sicuramente l'intrusione nella vita privata e forse istituzionale. Chi si sente minacciato dal governatore di turno non usa mezze misure, va dritto al sodo. Renata Polverini ha trovato una microspia nel suo quartier generale. Piero Marrazzo si è visto piombare due carabinieri nell'appartamento di un trans con lui in mutande e camicia. La Polverini guarda alle decisioni che sta per prendere. Ci sono ben 7000 richieste di accreditamento da parte di strutture private ancora da evadere, e sebbene il Consiglio abbia già inserito una norma in bilancio, e altre ne varerà, la definizione dei criteri di qualità medico-prestazionale con i quali verrà o meno concesso l'accreditamento possono essere un punto sul quale ottenere qualche informazione in più in anticipo può essere risolutivo. Riguardo invece alla riorganizzazione dei posti letto, invece, i privati, ed è l'opposizione a non mancare mai di ripeterlo con decisione, sarebbero stati nel Piano di rientro favoriti rispetto al pubblico, e proprio le critiche alla mappa delle riconversioni (24 ospedali e 2800 posti letto circa) sono state negli ultimi mesi i loro cavalli di battaglia.

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