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«Non è uno scontro tra ex Forza Italia ed ex An.

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Sarà,l'unica certezza è che anche nel partito del premier è iniziato di fatto il dopo-Berlusconi. È in corso un riposizionamento generale, tutti si riorganizzano in gruppi. Anche Gianni Alemanno sta organizzando una cena tra i suoi, stavolta per finanziare la sua fondazione, la Nuova Italia. Ma di fatto gli schieramenti in campo sono chiari. Il "partito dei voti" chiede spazio. Per esempio Claudio Scajola. Fu alla guida di Forza Italia e portò il partito al trionfo del 2001. Quando in Sicilia Gianfranco Miccichè si fece notare per il 61 a zero: in tutti i collegi dell'isola vinse il centrodestra. E oggi Miccichè scalpita, minaccia di andare via, di portare i suoi deputati in un altro gruppo in aperta contestazione con il vertice del partito. Nel mirino ci finisce Denis Verdini, «reo» (secondo i contestatori) di non avere un voto ma di gestire tutto. Lui fa spallucce: «Il Pdl gode di buona salute, lo dimostra la crescita della maggioranza negli ultimi mesi. Siamo arrivati a 325 e tendiamo ad allargarci. È vero, ci sono alcune fibrallazioni ma sono legate, come spesso accade, alle candidature per la tornata elettorale». Ecco, appunto. I voti. Le candidature. I posti in lista per le prossime amministrative che è anche un modo per puntellare il futuro, il Pdl sul territorio, il Pdl del domani. E se gli ex An, dopo le botte da orbi degli anni scorsi oggi mostrano un minimo di unità (almeno negli intenti) gli ex Forza Italia vivono nell'incertezza e scalpitano. Temono di essere fagocitati dagli ex finiani, storicamente più organizzati sul territorio. Tutte paure di chi non può contare nemmeno sul sostegno di tutti i propri familiari. F. d. O.

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