L'Euroretorica fa solo danni
L’Europa si sta suicidando, ma non tutti i mali vengono per nuocere. Ho sostenuto la necessità di concedere un permesso temporaneo ai profughi del Nord Africa, non per recitare la parte dell’umanitarista progressista, ma per stanare definitivamente le reali posizioni dell’Ue sul tema dell’immigrazione. Missione compiuta: da ieri sappiamo che l’Europa come forum di consultazione, condivisione e soluzione dei problemi sociali e demografici è una finzione. Esistono le politiche nazionali di Francia e Germania, a cui si sono accodati gli altri Paesi nella speranza di poter scaricare sull’Italia un problema titanico come la caduta dei regimi del Nord Africa e la migrazione biblica di uomini, donne e bambini in cerca di un mondo migliore. Siamo davanti al trionfo dell’egoismo e dell’arroganza di Parigi e Berlino. Sarkozy e Merkel perdono consensi, hanno il fiato delle destre nazionaliste sul collo. Sono leader all’ultimo giro di giostra. Al posto del governo italiano non cadrei nel tranello di varare una politica spietata di respingimenti: un minuto dopo la stessa Europa tartufesca e ignobile che erige muri di filo spinato, spiccherebbe una nota di condanna per violazione dei principi umanitari. In questi casi, noi italiani dobbiamo far tesoro della storia, ricordare di essere la patria di Machiavelli e applicarne la lezione: «E Francesi per natura sono più fieri che gagliardi o destri; e in uno primo impeto chi può resistere alla ferocità loro, diventono tanto umili, e pèrdono in modo l’animo che diventono vili come femmine». È ora di abbandonare la dannosa euroretorica e cominciare a dire no ai parrucconi di Bruxelles. Rimpatriamo questa Europa ’che senza l’Italia non esiste neppure come espressione geografica.