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Processo breve, insulto lungo

Montecitorio

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Il premier Berlusconi si era raccomandato: «Mantenete la calma. State attenti a non cadere nelle solite provocazioni dell'opposizione» aveva insistito con i ministri. Ma sul processo breve a Montecitorio le scintille sono arrivate subito, quando il vicecapogruppo del Pdl Massimo Corsaro ha affermato che «parlare incondizionatamente di appoggio alla magistratura politicizzata significa dimenticare che abbiamo sofferto anni difficili, in cui troppi morti per le strade sono stati lasciati senza giustizia e in cui ci è voluto il drammatico rapimento e la successiva uccisione del presidente Moro e della sua scorta perché si smettesse di dire che le Brigate Rosse erano sedicenti ma che erano parte integrante della cultura della sinistra». Toni, e soprattutto concetti, che non sono piaciuti a tanti, anche nella maggioranza. Il primo a ribattere in Aula è stato Adornato dell'Udc: «Non le è consentito confondere Aldo Moro con Lele Mora che è l'oggetto vero dei processi che oggi stiamo affrontando. E mi domando quanti cattolici del Pdl possono accettare che si continui a confondere Aldo Moro con Lele Mora. Quante persone ragionevoli della maggioranza possono accettare che si faccia strame del diritto?». Ma le tensioni sono rimaste fino alla fine della seduta, che è stata aggiornata alla prossima settimana. Si voterà martedì. E se Italo Bocchino (Fli) ha «denunciato» che con la prescrizione più corta per gli incensurati «si depenalizzano i reati commessi dai soggetti politici», e questo «è un atto grave che non appartiene alla cultura della destra», il capogruppo di Futuro e Libertà, Benedetto Della Vedova, ha invitato il ministro degli Esteri, Frattini, ad evitare di rimanere a Montecitorio: «So quanto la maggioranza ritiene cruciale questo provvedimento, per cui è comprensibile che il governo sia qui schierato. Ma a me piange il cuore vedere il ministro della Difesa e il ministro degli Esteri in Aula in questo momento così importante. Dico al ministro Frattini che se vuole andare a svolgere i suoi compiti per il Paese, resto in Aula ma ritiro la scheda, non voto». Allo stesso modo il leader dei centristi, Pier Ferdinando Casini: «Mi auguro che il ministro degli Esteri non perda il suo tempo in Aula e vada a trattare con le autorità europee o saremo invasi dagli extracomunitari che andranno a Padova o Treviso, esattamente dove alla Lega non piace che vadano», ha detto. Ma il più citato, ovviamente, è stato il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, che ha subìto una pioggia di accuse e di offese (lo hanno ripetutamente definito servitore di Berlusconi). Anche se pure il ministro La Russa è stato «schernito» da Ventura (Pd). Il titolare della Difesa si è limitato ad applaudire polemicamente. Mentre il capogruppo del Pd non ha tralasciato di rivolgersi con un pizzico di ironia al titolare dell'Economia che si era seduto su uno degli scranni dei «semplici» deputati: «Ricordo al ministro Tremonti, nascosto, che c'è un posto libero fra i banchi del governo» ha detto il presidente dei deputati Democratici. Intanto continuano le proteste del Popolo Viola, che lancia la «Notte G»: «vittime di violenza sessuale e di tutti i reati che saranno amnistiati col processo breve racconteranno le loro testimonianze in piazza».

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