Maratona sulla giustizia Spunta "l'allunga processi"

Una maratona notturna per il via libera al processo breve. Del resto la Camera ha cominciato la discussione soltanto ieri sera. Fino alla mezzanotte sono stati votati (e respinti) solo 4 emendamenti all'articolo 1 del testo. In tutto sono circa duecento. Si proseguirà questa mattina. Lo scontro è stato continuo. Anche il Csm ha voluto dire la sua. Con 21 voti favorevoli e 4 contrari ha approvato una risoluzione che boccia la nuova formulazione della proposta di legge sul processo breve, che introduce la prescrizione abbreviata per gli incensurati. Secondo il Csm si tratta di «una sostanziale amnistia». Il Pdl non ci sta. «Nel momento in cui dai massimi vertici dello Stato provengono appelli alla leale collaborazione fra le istituzioni e al rispetto della distinzione fra i poteri, sorprende l'ostinazione del Csm nel conformare l'oggetto e la tempistica dei propri lavori al calendario dell'attività delle Camere, interferendo nel confronto parlamentare già in atto sul contenuto di determinati provvedimenti» hanno detto in una nota congiunta Maurizio Gasparri e Gaetano Quagliariello, capogruppo e vice del Pdl al Senato. «La scelta del Consiglio superiore della magistratura di esprimersi oggi sul disegno di legge contro la durata indeterminata dei processi, peraltro un ddl di iniziativa parlamentare - hanno evidenziato - non appare certo in linea con l'autorevole richiamo alla correttezza del rapporto fra le istituzioni al quale tutti dovrebbero sentire il dovere di aderire». Ma sulla giustizia le fibrillazioni non finiscono e al Senato spunta a sorpresa «l'allunga processi»: un emendamento del capogruppo Pdl in commissione Giustizia, Franco Mugnai, al ddl sul "giudizio abbreviato" che consente di presentare alla difesa elenchi «infiniti» di testi prolungando i procedimenti fino «alla prescrizione». In Aula c'è stata battaglia, soprattutto a causa della manovra messa in atto da Pd e Idv, accuratamente preparata da domenica dal deputato Roberto Giachetti. L'altroieri, durante la discussione del provvedimento sui piccoli comuni, l'opposizione ha fatto intervenire una cinquantina di deputati. Ieri, quando come ogni giorno è stato letto il processo verbale del giorno precedente, tutti hanno chiesto la parola per «chiarire il proprio pensiero» (lo consente l'articolo 32 comma 3). Così tutti hanno avuto il diritto di parlare per cinque minuti. Una decisione che ha fatto finire nuovamente il presidente della Camera Gianfranco Fini nel mirino della maggioranza. Il testo sul processo breve è arrivato dunque solo alle 21. Ma la maggioranza non s'è persa d'anima e, dopo le ore di discussione di ieri, si prepara ad approvarlo oggi all'ora di pranzo.